Paolo La Rosa, 21 anni, è stato colpito in una rissa allo stomaco e al torace verso le 4 di notte a Terrasini in Sicilia in provincia di Palermo è deceduto ed è stata inutile portarlo all’Ospedale, notizia che è stato reso nota dal Quotidiano “ Corriere della Sera del 24 febbraio 2020 .
Non è il primo ad essere ammazzato in questo mondo in continuo movimento, come ogni giorno constatiamo, che modifica continuamente il sistema di vita, mentre la società civile, spesso egoisticamente è ripiegata su se stessa . Anche, soprattutto, considerando che i giovani si trovano disorientati, è necessario per non dire urgente riscoprire, anche l’educazione integrale che resta non solo quella dell’apprendere scolastico, ma anche quella dei valori morali .
Nelle difficili situazioni in ambito sociale dei giovani ed anche, soprattutto degli adolescenti ( e questo è purtroppo “cosa quasi quotidiana), occorre promuovere l’educazione morale come affannosa ricerca della maturazione della coscienza e non del possesso dell’avere .
Il continuo evolversi di eventi delittuosi di vario genere, sul cui sfondo, forse, emerge l’alterazione della mente come appare da questo evento di Terrasini, ci porta a considerare questa disfunzione una malattia che distrugge il morale, il fisico, il comportamento e che affligge, spero in un numero minore i giovani e ripeto anche adolescenti , causando una vera e propria calamità sociale ! Decifrare le radici antropologiche da cui scaturiscono e si sviluppano l’accettazione od il rifiuto della promozione culturale in tema di solidarietà ed umanità, è difficile poterlo accertare, ma tutti sappiamo che la solidarietà sociale apre le porte alla speranza .
Quel quasi quotidiano catastrofismo, quel rinnegare col silenzio ogni diritto ed aiuto morale, quel continuo diverbio Politico allontana tutto e tutti dalla coscienza, concentrando in un sordido egoismo, ogni interesse, ogni attenzione in perfetta armonia contro il senso della solidarietà che potrebbe essere la “chiave morale “ dell’oggi .
Quella Solidarietà Sociale da parte dei “grandi”, dovrebbe tendere a guidare la dinamica morale dei giovani verso una crescita di sensibilità con i Problemi Sociali, con l’esempio di una visione pienamente umana della cruda realtà quotidiana, quale impegno di vicinanza sociale verso tutti specie verso le persone più deboli, bisognose, povere, emarginate . La solidarietà sociale è un concetto meritevole che induce ad essere non solo portatori di diritti, ma anche di doveri verso tutta la società, anche da parte dei “grandi”, soprattutto, verso quella vasta categoria di sfortunati che da anni aspettano risposte adeguate alle loro aspettative. Ma ognuno aspira a star meglio, quasi disattendendo quella conclamata solidarietà verso quelle persone, deboli e bisognose, che hanno gli stessi diritti di quanti vivono in società –
Al di là delle barriere architettoniche che non dovrebbero più esistere, ben più dure sono le barriere intellettive che offendono tutti, abili e disabili, ritorcendosi contro chi le continua a porre in atto, mentre la società civile può trovare su questo terreno interessi comuni di solidarietà, specie là dove le famiglie provate dalla disabilità psico-fisica di qualche suo componente fatica a stare al passo, ad interloquire con un mondo che sembra sfuggire non solo al confronto, ma anche allo sguardo .
Lo Stato esperto di umanità e socialità non ascolta , non sente , non vede , negando quindi intrinsecamente la necessità dell’incontro e del dialogo col mondo della disabilità, privo di ordinati intendimenti socio-pedagogici per ricercare e rimuovere i contenuti negativi di quelle necessità. All’evidenza, pare, che le Istituzioni non posseggono più da tempo la capacità di captare le necessità del cittadino giovane, restando molto ente lontane, troppo lontane da una feroce realtà .
I disabili psico-fisici lottano da anni per ottenere legali diritti sanciti dalla Costituzione, ma soprattutto per far conoscere il loro status sociale che ogni giorno incontrano e che rende la loro esistenza molto difficile, oltre quella dei loro familiari.
In questi frangenti restano dimenticati quanti drammaticamente “vivono” ora per ora, minuto per minuto, con i sofferenti queste patologie , mentre tutti continuano a coltivare la speranza , ad anelare attenzione al mondo della sofferenza quei dettami della Costituzione Europea e le leggi finanziarie non siano stati presenti ed efficienti ).
Dignità e speranza :questo è il binomio che si chiede alle Istituzioni.
Dignità per un rigoroso rispetto del loro essere e dei loro diritti di giovani, Speranza perché questi diritti siano attentamente e finalmente valutati.
La semplice considerazione della dignità umana e della speranza, ci porta a pensare che non è sufficiente mettersi dalla parte di chi soffre ed essere solo promotore di salute, ma sembra essere necessario ed urgente una mobilitazione delle coscienze, quale strumento che dica non solo dov’è la malattia e come curarla, ma anche dove può essere ricercato il modo od i possibili piani terapeutici d’intervento e quelli normativi da parte delle Istituzioni, per aiutare le famiglie coinvolte e succubi di queste difficoltà.
L’opinione pubblica, le famiglie, la comunità civile, tutti attendiamo che il Governo ed il Parlamento con sensi di responsabilità diano vita ad una vera giustizia sociale, ad una Normativa di Riorganizzazione dei Servizi, una Legislazione adeguata, efficace, chiara e categorica libera da forme che ne sviliscono l’applicazione verso il mondo dei giovani deboli, dei giovani bisognosi, dei giovani sofferenti, piuttosto che incrementare o seguire la litigiosità Politica, senza che emergenze ed esigenze siano lasciate nell’angolo più buio del “buon senso”. dato che per il momento quel giusto equilibrio da tutti invocato resta alquanto precario.
E con il saggio pensiero del Santo Giovanni Paolo II°: “ Andiamo avanti con speranza “!
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