In sedia a rotelle fra deserti e ghiacciai: viaggi da sogno contro le barriere

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Irene e Lorenzo in Islanda

Firenze, 11 gennaio 2019 – Sui ghiacciai dell’Islanda, nei paesaggi semidesertici della Tanzania, sulle spiagge di Cuba e nei templi dell’India. Viaggi da sogno, fino a luoghi estremi, fatti tutti con la sedia a rotelle. Perché quando ci sono l’amore e una gran voglia di esplorare, gli ostacoli contano poco o nulla. Lo dimostra la storia di Irene Moschi e Lorenzo Pellegrini, 27 e 30 anni, entrambi fiorentini, lei educatrice specializzata nella lingua dei segni, lui atleta delle Volpi Rosse Menarini, coppia nella vita e grandi appassionati di viaggi.

Sono appena tornati dall’Islanda dove, nonostante gli apparenti limiti imposti dalla carrozzina di lui, sono riusciti, insieme ad altri due amici, a esplorare cascate gelate e ghiacciai, città e villaggi immersi nel silenzio e nella neve, vulcani e geyser. Un racconto, quello delle loro avventure, che hanno postato su Facebook e che lascia senza fiato. Ma il viaggio nel freddo islandese non è l’unico che hanno fatto in luoghi a dir poco impervi, ignorando i suggerimenti di chi sconsigliava loro di andare. Da quando si sono messi insieme, quattro anni fa, hanno visitato Cuba, l’India, la Tanzania, ma anche il Portogallo, la Grecia, l’Andalusia e una miriade di città, da Dublino a Parigi, da Amsterdam a New York.

«Ci siamo conosciuti in un negozio di tatuaggi – spiega Irene – perché avevamo aderito entrambi a un’iniziativa benefica a favore dei terremotati del Nepal che prevedeva di farsi un tattoo per raccogliere fondi. Lorenzo era già in carrozzina e quando lo sentii parlare col tatuatore rimasi veramente colpita dalla sua personalità. Così quando un anno dopo trovai per caso su Facebook la sua foto fra quelle dei giocatori delle Volpi Rosse, decisi di andare a conoscerlo meglio. Ci siamo subito trovati in sintonia, siamo andati a convivere e abbiamo iniziato a girare il mondo. La sedia a rotelle non è mai stata un limite: tanto che a volte mi dimentico che ci sia».

«Abbiamo una scatola dove mettiamo dei bigliettini con i paesi del mondo che vogliamo visitare – continua Lorenzo – e quando è il momento di partire ne estraiamo uno e andiamo. Nient’altro però è affidato al caso: ogni viaggio richiede una preparazione accurata e meticolosa. Organizziamo tutto da soli, guardando le immagini degli hotel su internet, dagli ingressi delle strutture fino ai bagni delle camere. Per gli itinerari consultiamo Google, facendo uno a uno, da casa, i vari percorsi».

«Non cerchiamo l’accessibilità perfetta – prosegue Irene – ma piuttosto ci inventiamo delle soluzioni per superare le barriere. Spesso non diciamo neppure agli hotel che Lorenzo è in carrozzina: a volte i gestori restano un po’ spiazzati all’inizio, ma noi ci adattiamo sempre senza grandi problemi e loro ci aiutano in tutti i modi». Così, di soluzioni originali, Irene e Loreno ne hanno trovate un sacco: hanno aggirato l’assenza di rampe per disabili nei templi indiani sfruttando i passaggi per i carretti; hanno elaborato gli itinerari per visitare le città più ripide, semplicemente prevedendo la partenza giornaliera sempre dal punto più alto; e ancora si sono goduti i giri sui risciò cubani, legandovi sopra la carrozzina come un pacco.

«La sedia a rotelle è un limite certo – spiegano – ma anche una grande opportunità. Aiuta a creare empatia e relazioni inaspettate con le persone del posto, che spesso si prodigano per dare una mano. I Masai, per esempio, sono stati così colpiti dal nostro arrivo che ci hanno voluto regalare un sacco pieno di cereali: hanno spiegato che era per ringraziarci dello sforzo che avevamo fatto per raggiungerli, che a loro parere era segno di un interesse speciale nei loro confronti». Sempre in Africa i due ragazzi sono stati anche volontari, in un centro che ospita proprio bambini disabili.

Adesso hanno due sogni. «Il primo è andare insieme a Machu Picchu – dicono – il secondo è creare un blog dove raccontare le nostre esperienze e incoraggiare le persone con disabilità a viaggiare. Molti siti esistenti si focalizzano sui problemi, oppure valorizzano solo l’accessibilità perfetta. Noi invece vogliamo aiutare chi lo desidera a girare il mondo anche quando non tutto è ottimale, imparando ad aggirare gli ostacoli con un po’ di astuzia e inventiva».

Lisa Ciardi

https://www.lanazione.it/

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