Davide è il personaggio che dominò la storia di Israele dalla prima metà dal X sec. a.C. Abbattè il gigante Golia, ridiede fiducia alle tribù d’Israele e le raccolse in un unico popolo forte e rispettato. Davide è l’uomo che peccò gravemente davanti al Signore, ma che seppe riconoscere le sue colpe e chiederne perdono. A lui il Signore assicurò una posterità eterna (2 Sam 23,5), perché dalla sua discendenza sarebbe nato il Salvatore.
Altissimo poeta, nei Salmi immortali cantò il dolore, il pentimento, la speranza, la fede. Profeta, vide nell’alta mente illuminata da Dio il Giusto condannato, ucciso, trionfante, e mille anni prima narrò al mondo la passione e la risurrezione di Cristo.
Nel salmo penitenziale n.37 per confessare la propria miseria e insufficienza si paragona al sordo e al muto:
«Ma io sono come un sordo, non do ascolto
e son come un muto che non apre la sua bocca.
Sono diventato come un uomo che non ode,
e che non ha repliche sulla sua bocca». (Sal. 37,14s).
P. Vincenzo Di Blasio