Un papà denuncia: “Il personale di Rainbow Magicland non è assolutamente formato, sono capitate scene allucinanti. Mio figlio si è sentito rispondere: ‘No tu non sei potuto salire perché stai sulla sedia a rotelle’.
Al direttore ho detto: ‘Guardi che lei ha ragione sulla sicurezza, ma sto facendo questo per come hanno trattato e come hanno umiliato mio figlio, che non è stupido’”.
Stefano (nome di fantasia ndr.), un bambino di otto anni di Anzio, frequenta da tre anni una colonia estiva inclusiva (che ospita anche bambini disabili), gestita in collaborazione con un’associazione che si chiama Officina Lis e che si occupa della tutela delle persone sorde.
Ogni anno organizzano una giornata al parco giochi Rainbow Magicland di Valmontone, una gita in cui i bambini, incluso Stefano, che è costretto sulla sedia a rotelle, di solito si divertono tantissimo. Da gennaio 2019, con l’arrivo del nuovo direttore, la politica sull’ingresso alle attrazioni è però cambiata cambiata. “Mio figlio fino all’anno scorso ha fatto praticamente tutti i giochi. Lui si alza dalla sedia, quindi non ha problemi a farsi cinque scalini o a fare 50 metri. Noi abbiamo la fortuna di viaggiare, siamo stati a Disneyland Paris, siamo stati in America a Orlando, siamo stati a Mirabilandia e non ho mai trovato problemi, soprattutto negli Stati Uniti. Il nuovo direttore ha detto di aver rivisto gioco per gioco dal punto di vista tecnico e per motivi di sicurezza ha deciso di declassare le giostre in funzione di maggiore sicurezza”, ha raccontato a Fanpage.it il signor Marco Cesarini, il papà di Stefano. Un decisione, questa, che non viene contestata dal genitore, che però invita gli amministratori del parco “a dare informazioni complete ai clienti, evidenziando che questo parco non è più inclusivo. Dichiarate che il parco non è più inclusivo: non basta mettere la scheda sul sito internet”.
Mauro Iandolo, presidente dell’associazione Officina Lis, performer italiano in lingua Lis e formatore della lingua dei segni, accompagnava quel giorno i bambini al parco giochi: “A noi è stato detto che Stefano poteva fare solo due attrazioni: il Planetarium e l’Isola volante. I bambini, ma anche i miei genitori, che sono sordomuti, hanno ricevuto un braccialetto di colore diverso a seconda della loro disabilità. Inizialmente a Stefano non è stato messo alcun bracciale perché era sulla sedia a rotelle. In pratica senza braccialetto non poteva accedere alle attrazioni. L’operatrice che lo segue è quindi tornata all’ingresso per chiedere spiegazioni e l’addetta alla cassa ha detto: ‘No, ma tanto lui è sulla sedia a rotelle e può fare solo due giochi’. Alla fine, dopo la mia sfuriata per quello che era accaduto, gli è stato consegnato un braccialetto verde, che consente l’ingresso a qualche attrazione in più”. Sul sito del parco giochi è effettivamente riportata una mappa con le attrazioni a cui possono accedere i diversamente abili: quelli costretti sulla carrozzina possono salire su due giostre, mentre coloro che riescono a muoversi un po’ possono entrare in dieci giostre (almeno stando alla mappa). A Disneyland Paris, per esempio, sono solo 4 su 44 le giostre su cui non può salire un bambino con le stesse difficoltà di Stefano. Ma il problema, ribadisce Cesarini, non è sulla nuova politica di sicurezza, ma riguarda il fatto che il personale “non è assolutamente formato, sono capitate scene allucinanti. Mio figlio si è sentito rispondere: ‘No tu non sei potuto salire perché stai sulla sedia a rotelle’. Al direttore ho detto: ‘Guardi che lei ha ragione sulla sicurezza, ma sto facendo questo per come hanno trattato e come hanno umiliato mio figlio, che non è stupido. Non è bello sentirsi dire certe cose, vederlo a casa nervosissimo, non ha mangiato, è stato costretto a rimanere lì tutto il giorno a girare e a vagare per il parco senza fare nulla’”.
Un altro episodio, raccontano Cesarini e Iandolo, è accaduto a un ragazzino autistico, che è stato fatto salire sulla giostra senza la sua accompagnatrice. Lui è salito da solo e poi non riusciva a scendere: “L’altra cosa gravissima è che un bambino autistico viene dato un bracciale giallo, aveva l’accompagnatrice e quest’ultima non è stata fatta salire con lui. Lei ha tentato di spiegare, ma niente. Il risultato è che il bambino è rimasto bloccato sopra e non sapevano come farlo scendere”. L’amministratore delegato del parco, comunque, ha chiamato Cesarini per porgergli le sue scuse “per il comportamento del personale. Mi ha detto che rifletterà profondamente sulla formazione degli addetti, che queste cose non possono assolutamente succedere e mi ha chiesto: ‘che cosa posso fare per farmi perdonare?’ Sicuramente avvisare sul sito che è stata aumentata la sicurezza e pertanto finché non ci saranno investimenti sui giochi non potranno essere utilizzati dai diversamente abili”.
La risposta ufficiale di Rainbow Magicland: “Il nostro parco è inclusivo”
La direzione del parco risponde così alle accuse: “La nostra struttura è senza dubbio “inclusiva” e adeguata ad accogliere persone con disabilità. In ogni caso il primo obiettivo del Nuovo Rainbow MagicLand è la sicurezza di tutti i visitatori, portatori di handicap e non, attraverso il rispetto della normativa vigente e delle caratteristiche tecniche delle attrazioni. Con tale spirito abbiamo creato, anche con l’ausilio di esperti del settore, una guida dettagliata dedicata che tutti gli utenti possono consultare o scaricare dal sito del Parco prima di farci visita. Questa Guida fornisce tutte le indicazioni sull’accessibilità alle attrazioni in base alle singole necessità al fine di consentire un soggiorno gradevole, appagante e, appunto, sicuro”.
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