Musical per sordi? Arrivano anche in Italia

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C’era una volta la pagina 777 di televideo. In realtà la pagina Rai con i sottotitoli per i sordi esiste ancora, ma il mondo dello spettacolo pensa sempre più spesso al coinvolgimento diretto di persone che soffrono di grave indebolimento dell’udito, fino ad arrivare alla sordità profonda. L’espressione ‘sordi’ non è usata a caso né tanto meno per sfida o spregio verso il politically correct. Anzi.

Stefania Fadda, psicoterapeuta e psicologa, dal 2008 Direttrice del Centro Assistenza per Bambini Sordi e Sordociechi Onlus (CABSS) a Roma, spiegava perché i sordi preferiscono questa espressione a non ‘non udenti’, che è una identità per negazione e “non è bello essere chiamati per qualcosa che non si ha“. Una popolazione estesa quella di chi soffre di ipoacusia, basti pensare che ogni anno nel nostro Paese nascono circa 2mila bambini sordi.

A queste persone, bambini e adulti, pensano sempre più cantanti, performer e artisti anche in Italia. Certo, non siamo ancora a livello degli Stati Uniti, dove in ottemperanza alla legge “Americans with Disabilities Act”, anche i palazzetti, i teatri o gli organizzatori dei concerti sono obbligati a offrire un interprete del linguaggio dei segni per gli eventi che organizzano, se qualcuno ne fa richiesta.

Nel nostro Paese la questione è lasciata alla libera iniziativa dei professionisti dello spettacolo. In questo senso, l’anno di svolta è stato il 2013, quando a Sanremo la lingua italiana dei segni è salita per la prima volta sul palco dell’Ariston grazie a un brano del Festival cantato da Daniele Silvestri, che durante la sua esibizione aveva alle spalle uno degli interpreti storici della lingua dei segni, che traduceva le parole della sua canzone “A bocca chiusa”.

Domenica 26 maggio, un musical per un pubblico di udenti e sordi fa ingresso non in un teatro, ma nel centro commerciale più grande di Europa, Il Centro di Arese, circa 14 milioni di visitatori all’anno dichiarati dall’inaugurazione, avvenuta nel 2016.

L’appuntamento è per le ore 17, presso La Pista Aci Vallelunga, dove andrà in scena Filippo al Circo.

Lo spettacolo è andato in scena nel 2014 a Reatech, uno dei principali appuntamenti internazionali per l’integrazione della disabilità. La trama parla a grandi e piccoli ed è messa in scena da attori e performer che danzano e recitano utilizzando parole pronunciate e parole segnate in Lis. L’ingresso è libero e la location totalmente accessibile, senza alcuna barriera architettonica, in modo da consentire l’ingresso a tutti.

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