Ilaria Galbusera ha 28 anni, è di Bergamo ed è nata con una sordità profonda. Figlia di mamma udente e papà sordo, i suoi genitori hanno scoperto la sua sordità quando aveva solo sette mesi, al punto che sua mamma ha dovuto lasciare il lavoro per iniziare a costruire la sua autonomia. Libertà e indipendenza raggiunta anche grazie alle protesi acustiche e ad intensi percorsi di logopedia e musico-terapia.
Ilaria è laureata in “economia e gestione dei beni culturali e dello spettacolo” a Milano, lavora in banca ed è un’attivista che da anni si batte in difesa dei diritti delle persone sorde, oltre a ribadire la fondamentale importanza del riconoscimento della LIS, la Lingua dei Segni italiana. Ma soprattutto è la capitana della nazionale di pallavolo femminile sorde, anche se lo sport per lei con gli anni è diventato soprattutto un canale per esportare progetti di inclusione fuori dall’Italia, come ad esempio in Africa.
Anche per la sua lotta alle discriminazioni è stata nominata Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Pochi giorni dopo l’importante cerimonia al Quirinale, Ilaria ha avuto il piacere di partecipare ad un altro emozionante incontro, il TEDx di Bergamo, come speaker di chiusura. Proprio perché ho avuto il piacere di conoscerla a Roma (dopo anni ormai di chiacchiere virtuali!), ho deciso di farle una breve intervista per farmi raccontare gli ultimi sviluppi.
– Cara Ilaria, hai di recente partecipato all’edizione TEDx Bergamo: quando sei stata contattata, quale è stata la tua reazione e perché hai scelto di partecipare?
“La mia partecipazione è stata frutto di un percorso nato un po’ per caso, anche se credo da sempre che tutto accada per una ragione. Ho conosciuto Cinzia Xodo, curatrice e organizzatrice di TEDx Bergamo, che allora stava curando il TEDx di Pescara. Una splendida persona con cui ho avuto il piacere di collaborare e dalla quale ho imparato davvero tanto in questi mesi di preparazione che precedevano l’evento. Dopo una serie di incontri, Cinzia (che sin dall’inizio ha sempre creduto nel mio potenziale e che mi ha sempre sostenuto in questo percorso) aveva intuito che avevo un forte messaggio da trasmettere. Così è arrivata la proposta di essere una dei 14 speaker che avrebbero avuto l’opportunità di salire sul palco di TEDx Bergamo 2019. Ricordo ancora la felicità immensa! Poter avere l’opportunità di intervenire nella città che amo, in cui sono nata e cresciuta, poter lasciare un importante messaggio e contribuire nel mio piccolo ad abbattere tutte quelle barriere che ancora oggi sono alte, sono stati i motivi per i quali ho accettato l’invito di partecipare.”
– Raccontaci della tua esperienza, delle sensazioni che hai provato stando sul palco.
“È stata un’esperienza davvero ‘WONDER’, per restare in tema col TEDx. Da semplice spettatrice al viverlo in prima persona come speaker sul palco! Un’esperienza che difficilmente dimenticherò. Non nego che ero tanto emozionata quella sera: l’attesa prima di entrare sul palco è stata davvero lunga e non passava più, l’ansia ha fatto anche la sua parte, un’ansia positiva che mi ha perseguitata anche nei giorni precedenti all’evento! La preparazione è stata davvero meticolosa, affiancata da Cinzia, speaker coach, che ha curato il mio speech in ogni sua parte e per questo tengo a ringraziarla pubblicamente: è anche per merito suo se il talk è stato anche uno dei più seguiti. Una volta sul palco sono state tante le emozioni adesso difficile da descrivere a parole, ma una volta partita ho letteralmente preso il volo. Mi sono divertita, mi sono emozionata, ho riso e sono stata io stessa coinvolta e trasportata dal meraviglioso pubblico. C’è stata anche una bella interazione, riuscendo a vedere i loro volti e a percepire le loro reazioni.”
– Qual era il messaggio che volevi comunicare? Cosa volevi che le persone capissero?
“Erano tante le cose che volevo comunicare. Nel mio talk si è parlato di sordità a 360 gradi con un po’ di sana autoironia, di sfide, di esperienze personali e di tanto altro. L’obiettivo principale, in quei pochi minuti a disposizione, era rispondere un po’ ‘alle domande che avreste sempre voluto fare ad una persona sorda’. Domande spesse volte comuni, a volte scomode o insolite, ma domande sempre e comunque molto importanti. Domande alle quali ho sempre risposto nel corso dei miei 28 anni, provando ad abbattere tutti quei pregiudizi e stereotipi che da sempre ci sono intorno alla sordità e provare a condividere che cosa significa essere persone sorde al giorno d’oggi.”
– Il TEDx è una manifestazione accessibile alle persone con disabilità sensoriali? Credi che si potrebbe fare di più per rendere questi tipi di eventi più inclusivi?
“TEDx Bergamo è stato reso accessibile con il servizio di sottotitolazione di ‘Culturabile’ gentilmente offerto dal Pio Istituto Sordi di Milano. Gli stessi hanno affermato in un post sulla loro pagina FB che ‘è stato molto impegnativo sottotitolare l’evento, ma un TedX così difficilmente si era visto’. Considerati gli speech in inglese e considerata la velocità con cui parlavano (me compresa) mi rendo davvero conto di quanto lavoro ci sia stato dietro, parliamo di un evento che è stato sottotitolato per oltre 4 ore. A loro va il mio più grande ‘grazie’ per aver permesso alle persone sorde presenti in platea di riuscire a seguire l’evento. L’accessibilità deve diventare la normalità, non un’eccezione, perché anche noi siamo parte del mondo e non un mondo a parte.”
– Il tuo TEDx talk è stato tra i più visti del TEDx di Bergamo, segno che hai sorpreso anche con la tua ironia, riuscendo a trattare la tematica in modo intelligente e non banale, a tratti commovente. Quanto è stata importante la tua famiglia, citata spesso nel tuo discorso?
“La famiglia per me è stata e lo è tutt’ora molto importante. Se sono la donna che sono ora devo tutto a loro, che sin da piccola mi hanno sempre spronata a raggiungere i miei sogni, mi hanno costruito e messo le ali per poter spiccare il volo. Non voglio anticiparvi nulla di quanto citato nello speech, ma avere la mia famiglia tra le prime file in platea e vedere la loro reazione è stata una delle cose che a parole non si possono spiegare, quelle davvero belle che porterai sempre nel cuore e che non dimenticherai mai.”
– A proposito di sport e inclusione, l’iniziativa degli “Champions Camp”, i campi estivi sportivi frequentati da ragazzi sordi e udenti insieme, sta andando alla grande! Ce ne parli?
“Ogni edizione ha visto un crescente e notevole numero di iscrizioni, segno che stiamo lavorando su un progetto d’integrazione e di inclusione (progetto nazionale continuativo che è unico in tutta Italia) che ha un ottimo riscontro da parte delle famiglie che si ritrovano nei valori che il Champions Camp insegna. Lo sport è fondamentale per la crescita di ogni bambino, è in grado di non marcare le differenze e fornisce una piena integrazione permettendo a chiunque di avere autostima di se stessi. Se il tutto è inserito anche in un’ottica di completa accessibilità per i bambini e i ragazzi sordi si può dire di avere vinto. È un progetto in cui io e Manuela Nironi crediamo fortemente perché lo sport è vita per noi, vogliamo dare la possibilità a più bambini sordi di vivere questo momento di crescita. Questa estate entriamo nella 5 edizione e ci saranno tante nuove sorprese, come le settimane sperimentali al mare. Abbiamo già raggiunto le oltre 70 iscrizioni di bambini e ragazzi sordi da tutta Italia e questo ha superato di gran lunga le nostre aspettative iniziali!”
– Dai, adesso ti lasciamo alla preparazione dei raduni in vista degli Europei di Giugno (tra l’altro, per la prima volta in Italia a Cagliari): un commento a caldo? Quanto sei emozionata?
“Molto emozionata, come sempre. Ogni volta è come se fosse la prima, ma giocare in casa sarà ancora più emozionante. Ci stiamo preparando con i raduni e con le selezioni in vista dei prossimi Europei che si svolgeranno dal 6 al 16 giugno e il prossimo raduno sarà a Cemmo in Val Camonica dal 24 al 28 aprile. Se qualcuno vorrà venire a farci il tifo e conoscerci sarà il benvenuto.”