L’infermiera sorda vola negli Usa per imparare ad ascoltare in modo speciale

0
2.072 Numero visite

PAVIA. Alla corte della Gallaudet University di Washington, che grazie a una borsa di studio le ha dato l’opportunità di realizzare il suo grande sogno: creare al rientro in Italia un centro con un team multidisciplinare per supportare, nei primi anni di vita, i bambini sordociechi e le loro famiglie.

La missione negli States

Da qualche giorno l’infermiera pavese Lisanna Grosso, di 26 anni, è volata negli Stati Uniti. Lisanna è sorda dalla nascita e, nonostante il deficit uditivo, si è laureata in Scienze Infermieristiche a Novara, presso l’Università del Piemonte Orientale, e ha conseguito poi il Master “Infermiere di famiglia e di comunità” all’Ateneo di Pavia, prima di aggiudicarsi la borsa di studio alla Gallaudet University, l’unica al mondo accessibile agli studenti sordi perché bilingue: si scrive in inglese e si parla la lingua dei segni americana. Da sempre rappresenta per i non udenti di tutto il mondo il luogo che afferma i loro diritti di minoranza linguistica. «I sordi tutto possono tranne che sentire», è il motto della Gallaudet fin dal 1988 quando venne nominato il primo rettore sordo, Jordan King.

Lisanna in realtà sta bruciando le tappe: ha quasi finito il suo anno borsistico “Fulbright-Roberto Wirth” per specializzarsi sui bambini sordi, ma a spese proprie ha deciso di proseguire per altri due anni con gli studi alla Gallaudet University e nel 2020 aggiungerà al suo già sostanzioso curriculum anche la laurea in Linguistica.

Cervello in fuga?

No, perché il viaggio di Lisanna non è di sola andata. La nostra infermiera è tassativa al riguardo: «Assolutamente no. Nel 2020 tornerò in Italia per dare avvio al progetto che mi ha fatto vincere la borsa di studio. Il centro sarà sicuramente al Nord, ma ancora non so in quale città. Vorrei anche introdurre dei laboratori nelle università italiane, in particolare nelle facoltà educative e sanitarie, per sensibilizzare i giovani studenti sulla sordità e soprattutto sull’importanza dell’acquisizione precoce della lingua dei segni. Oltre a ciò, vorrò pubblicare degli articoli per divulgare le informazioni che ho appreso in questi anni per il futuro dei nostri bambini sordi. Altrimenti chi può fare il primo passo in Italia?»

Lisanna sottolinea più volte i vantaggi della precocità nell’apprendimento della lingua dei segni. Li ha sperimentati in prima persona. Aveva infatti solo tre anni quando, nel 1994, divenne una delle prime quattro bambine sorde inserite nel progetto nazionale di bilinguismo (italiano e lingua dei segni italiana) avviato nella scuola dell’infanzia di Cossato, provincia di Biella. Venne affiancata da un educatore sordo, appena rientrato dagli Usa dopo avere vinto una borsa di studio alla Gallaudet University.

In qualche modo oggi Lisanna vuole restituire ad altri bimbi non udenti quanto ricevuto. «Studiando mi sono chiesta più volte se un sordo potesse diventare un buon infermiere – sorride Lisanna – ma già durante il mio tirocinio all’Ospedale di Novara ho capito che i pazienti sanno guardare oltre la disabilità e alla fine si raccoglie ciò che si semina. Il resto sono solo pregiudizi. Bisogna seguire la proprie passioni e impegnarsi per far avverare i sogni, senza naturalmente mai scordare i propri limiti. Anzi, posso dire che qualche volta il mio deficit uditivo ha fatto sì che, potenziando gli altri sensi, con l’osservazione individuassi particolari di un paziente che ad altri erano magari sfuggiti».

L’infermiera di tutti

Concludiamo chiedendo a Lisanna se pensa che la sua storia sia di sprone ad altri giovani sordi. «Spero di essere uno stimolo per tutti – spiega la 26enne pavese –, senza alcuna distinzione di sesso, di razza, di livello uditivo e così via. Io non voglio meriti o stupore generale perché sto studiando negli Usa in quanto sorda. Mi sento più una rappresentante degli studenti italiani con dei sogni da realizzare per migliorare la realtà della comunità sorda italiana e, in particolare, la vita di un sordo quando è ricoverato in ospedale e va incontro a tante incomprensioni. E comunque il mio desiderio è quello di essere una buona infermiera per tutti i pazienti”

http://laprovinciapavese.gelocal.it/

L'informazione completa