Deynis Luque: il suono risiede nell’anima

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Deynis Luque ha origini venezuelane ed è sordo profondo sin dalla nascita. È un artista poliedrico: fotografo, orafo, ideatore e creatore di moda, attore di teatro sordo e ballerino professionista. I polpastrelli delle sue dita sono i suoi timpani.

Chi meglio di lui sa che il suono non è materia bensì energia che si sprigiona nell’aria e che fa vibrare gli oggetti. Per danzare e creare coreografie tocca le vibrazioni della musica attraverso le protesi, le pareti e il pavimento. Il tatto ravviva il suo universo creativo e silenzioso: un’energia cui riesce a conferire consistenza traducendola in colori, luci, sapori e paesaggi.

“Ballare non mi bastava e così ho voluto essere io stesso l’artefice delle coreografie che portavo in scena”, afferma Deynis. L’atto creativo consiste nel montare la coreografia come la immagina. Solo successivamente chiede a un professionista di metterla in musica sulla base delle sue direttive. Anche se non può ascoltare, conosce bene il ritmo. Inizialmente si rivolgeva agli altri danzatori o ai coreografi per sapere come fosse la musica sulla quale avrebbe dovuto ballare. “Cosa trasmette?”, questa la domanda che era solito porre per poi creare dei movimenti che fossero in linea con il ritmo, dei passi che attingessero alla Lingua dei Segni, trasferita poi a tutto il corpo. Non a caso molti dei passi che Deynis esegue hanno un significato nella Lingua dei Segni Venezuelana cui è molto legato. In ognuna delle sue creazioni emerge quello che è il suo vissuto. Nella prima coreografia ha immaginato i suoni della natura (l’acqua che scorre o il rumore del vento), in seguito ha trattato tematiche quali: l’amore, l’integrazione tra sordi e udenti, i diritti umani e le difficoltà legate alla comunicazione.

Per Danzaluz, la compagnia del dipartimento di danza dell’università di Zulia, è stato ballerino di danza contemporanea e danza tradizionale venezuelana nonché docente. Inoltre, ha contribuito alla fondazione della compagnia di teatro sordo Khedrema. Ha portato la sua arte in Venezuela e in altre parti del mondo (Spagna, Honduras, El Salvador, Guatemala, Panama e Messico). Per Luque non esistono limiti ed è per questo che sperimenta continuamente nuove forme comunicative

di Michele Peretti
redazione@viverefermo.it

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