“Ha abusato della ragazza” (sordomuta), operatore ospedaliero a giudizio

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Lui ha sempre respinto la pesante accusa che gli è piovuta addosso: aver violentato quella ragazza sordomuta affetta anche da un deficit mentale. E’ stata lei a chiedermi il numero di telefono appuntato su quei due bigliettini che erano stati poi sequestrati, io ho usato solo un po’ di cortesia nei confronti della sua famiglia che era in difficoltà.

Argomenti con i quali Umberto Ghiaccio (avvocato Grazia Sparandeo), 43 anni, di Benevento, operatore del Fatebenefratelli (da tempo è stato trasferito presso un’altra sede), ha cercato di difendersi in una bruttissima storia che il gup Gelsomina Palmieri ha però ritenuto meritevole del vaglio del dibattimento.

Ecco perchè questa mattina lo ha rinviato a giudizio, così come proposto dal sostituto procuratore Miriam Lapalorcia. Il processo partirà il 31 maggio, quando in aula approderà un’indagine condotta dalla Squadra mobile e scandita anche da un incidente probatorio nel luglio 2016, quando la giovane – abita in provinciaa ed è rappresentata dall’avvocato Grazia Luongo – aveva ricostruito, con l’assistenza di una interprete della lingua dei segni e di uno psicologo, ciò che avrebbe subito mentre era in ospedale per assistere la madre.

I fatti risalgono al 27 giugno del 2016: secondo la ricostruzione che ne hanno fatto gli inquirenti, l’uomo avrebbe prelevato la paziente dalla stanza di degenza e l’avrebbe accompagnata, servendosi di un ascensore, presso l’ala del nosocomio che ospita gli ambulatori. La donna doveva infatti sottoporsi ad un esame. Con lei c’era la figlia, all’epoca 24enne, che lui, all’improvviso, avrebbe invitato, con un gesto della mano, a seguirlo.

La presunta vittima lo aveva fatto fin dentro una camera riservata ad una delle branche specialistiche. Una stanza dotata di un bagno nel quale l’operatore avrebbe spinto la malcapitata, costringendola contro un muro. A quel punto, avrebbe approfittato di lei dopo averla svestita.

Sarebbe stata una familiare, quando la malcapitata era tornata a casa dopo aver lasciato il Fatebenefratelli, ad accorgersi che era turbata. Le aveva chiesto il motivo, e la giovane, che fino a quel momento non lo aveva fatto, aveva accennato a qualcosa. Ecco perchè la congiunta, preoccupata, si era rivolta ad un’amica che era riuscita a capire ciò che sarebbe successo. Il passo successivo era stata la denuncia che aveva dato il là all’attività investigativa, sfociata, adesso nella fissazione del processo.

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