Alla scoperta della comunità sorda fermana

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Cicerone scrisse che ‘la storia è testimonio dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita’ e quella che fa capo alla comunità sorda nasce da lontano. Già sotto l’imperatore Giustiniano si cominciò a distinguere tra sordità e mutismo ed ai sordi che fossero minimamente in grado di scrivere vennero attribuiti pieni diritti legali. Queste sono le prime informazioni che abbiamo riguardo la sordità, il cammino sarà poi lungo e tortuoso tanto da non esser ancora terminato.

A scrivere la storia della sordità fermana è oggi l’Associazione Culturale Sordi Onlus di Fermo, vivace ed attiva sul territorio, desiderosa di crescere e collaborare con l’amministrazione. Lo ha dimostrato anche domenica 28 gennaio presso la Chiesa di San Francesco a Fermo, celebrando il Santo Protettore dei Sordi assieme alla comunità udente del luogo. La loro vita non è mai stata facile però e l’integrazione è sempre risultata una delle principali difficoltà: nell’apprendimento scolastico, nel relazionarsi con gli altri, nella ricerca di un lavoro. Ciò che per gli udenti risulta essere banalità quotidiana, per i sordi non lo è: rivolgersi allo sportello di un ufficio pubblico, usufruire di un mezzo di trasporto, trovarsi in un ambiente affollato e rumoroso, andare al cinema o al teatro, in un palazzetto dello sport o in uno stadio.

I sordi hanno scelto storicamente la strada dell’identità, della comunità e dell’uso della lingua dei segni che però ha comportato la conseguenza, quasi inevitabile, di un isolamento rispetto alla generalità delle persone, che non conoscono tale lingua e non hanno, salvo eccezioni, alcun obbligo di apprenderla. Infatti, la cerimonia in onore di San Francesco di Sales del 28 gennaio, è stata tradotta in lingua Lis da Suor Angela.

Ma cos’è la Lis? E’ la lingua usata dalle persone sorde e udenti appartenenti alla Comunità Sorda Italiana. A differenza delle lingue vocali, che usano il canale acustico-vocale, le lingue dei segni si servono della modalità visivo-gestuale. In tale modalità le persone sorde possono esplicare pienamente le loro potenzialità comunicative e linguistiche.

Federica Balestrini

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