Starbucks apre a Milano, ma punta alla Cina

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Mentre in Italia si attende l’apertura della prima caffetteria a Milano, il gruppo americano progetta di raddoppiare la sua presenza in Cina, per arrivare a 5000 punti vendita entro il 2021

Filippo Piva

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L’avanzata internazionale di Starbucks non dà alcun segnale di volersi fermare. Mentre in Italia si attende l’imminente apertura della primissima caffetteria a Milano, che a quanto pare avrebbe trovato la propria casa ideale nel palazzo delle ex-poste di piazza Cordusio, il gruppo americano ha già fatto sapere di voler raddoppiare la presenza in Cina. Portando il numero totale delle insegne dalle attuali 2300 alle 5000 totali nell’arco dei prossimi 5 anni.
Lo sviluppo nell’area asiatica sarà guidato da una donna, Belinda Wong, già presidente di Starbucks China e ora nominata amministratrice delegata. Oltre a progettare l’apertura delle nuove caffetterie, si occuperà dell’inaugurazione della prima Roastery and Reserve Tasting Room di Starbucks al di fuori dei confini americani: un punto vendita dal design ricercato con prodotti e caffè di qualità superiore, che aprirà a Shangai nel 2017 ricalcando il modello del progenitore di Seattle.

D’altronde quello cinese è un mercato da sempre fondamentale per il gruppo della sirena.

Starbucks ha aperto in Cina il suo primo negozio ben 17 anni fa, ed è ora presente in oltre 100 città. Con vendite che, nell’ultimo trimestre, sono salite del 7%.

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