Disabili: ostacoli fisici e sociali nel sesso

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Le persone con disabilità di tipo motorio o sensoriale purtroppo hanno grosse difficoltà a costruire una vita affettiva e soprattutto sessuale soddisfacente.

images_publisher_giapierorobbi_assistenza_sessualeMalattie genetiche ma anche disabilità dovute a traumi possono causare handicap che costituiscono una vera e propria barriera per le attività fisiche, tra cui il sesso. Ovviamente questa mancanza porta anche una carenza nei rapporti sentimentali che chiaramente risentono di questa problematica.

Ma non sono solo le barriere fisiche a ostacolare la vita sessuale dei disabili, anche i pregiudizi costituiscono un grosso problema per i portatori di handicap, infatti la società frequentemente ritiene che questi ultimi siano quasi asessuati, quindi privi del naturale bisogno di avere rapporti sessuali.

Nel tempo l’approccio a questa problematica è stato più che altro basato sul singolo caso, tuttavia attualmente gli esperti tendono ad abbandonare questa segmentazione delle patologie per quanto riguarda la sessualità.

Alisa Arfini, sociologa e collaboratrice dell’Università Statale di Milano dice al riguardo: «Ci sono tanti tipi di corpi, di sensibilità e di desideri. Nel caso della disabilità fisica, la sessualità non è compromessa ma è diversa.

E così spesso le difficoltà maggiori non sono vissute da chi ha un problema congenito ma da chi deve invece affrontare uno sforzo aggiuntivo per ricostruire e reinventare il proprio modo di vivere il corpo, l’erotismo e l’affettività. Il vero problema – aggiunge la sociologa – è il mancato riconoscimento del fatto che il disabile possiede come tutti una sfera erotica ed è in grado di suscitare e di provare desiderio e piacere».

Il problema fondamentale quindi sembra essere la visone stereotipata della sessualità di cui è permeata la società, per cui il modello di bellezza basato su corpi giovani, statuari, tonici, sembra essere per l’immaginario collettivo l’unico a cui è consono associare l’erotismo.

Tuttavia il benessere degli individui dipende dalla salute, anche da quella sessuale, infatti l’Organizzazione mondiale della sanità OMS definisce quest’ultima così: «La salute sessuale è l’integrazione degli aspetti somatici, affettivi, intellettuali e sociali dell’essere sessuato, allo scopo di pervenire ad un arricchimento della personalità umana e della comunicazione dell’essere».

Ma la battaglia del disabile per il raggiungimento di una normale vita sessuale parte a monte, in quanto chi vive questa condizione deve abbattere il muro dell’isolamento che non gli consente di vivere a pieno la propria socialità. Ed è proprio nella sfera sociale che oggi va trovata la prospettiva per aiutare i portatori di handicap a sviluppare la propria sessualità.

Questa è una problematica dei disabili che spesso viene sottovalutata, proprio perché in generale la sessualità è ancora considerata come un argomento tabù. Tuttavia le famiglie e gli operatori del settore devono prendere seriamente in considerazione questo aspetto della vita dei disabili, in più come dice Alisa Arfini: «bisogna creare luoghi di incontro che nel nostro paese sono stati tradizionalmente un servizio di welfare pubblico svolto dalla Chiesa. L’associazionismo punta al rafforzamento del tessuto sociale, così come alla creazione di occasioni per facilitare l’incontro». A tal proposito il prossimo 15 ottobre si terrà a Verona l’inaugurazione di una nuova associazione denominata «Desiderabili».

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