La Sacra Cintola di Daddi spiegata ai bambini problematici e ai non udenti

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Prato, l’iniziativa del museo di Palazo Pretorio: due mini Ipad con un video con la lingua dei segni e con didascalie a simboli. Simone Mangani: “L’obiettivo è rendere fruibile il nostro patrimonio artistico a tutti”

di Azelio Biagioni

Da sinistra Mauro Papi, Erica Peron, Sara Corsini, Rita Iacopino, l'inteprete Lis e Simone Mangani
Da sinistra Mauro Papi, Erica Peron, Sara Corsini, Rita Iacopino, l’inteprete Lis e Simone Mangani

PRATO. E’ il primo in Toscana e uno dei pochissimi in Italia a mettere in atto per le sue opere la comunicazione aumentativa alternativa (Caa) affiancata dalla lingua dei segni. Si tratta del museo di Palazzo Pretorio che dall’8 settembre avrà una sua opera, la predella di Bernado Daddi sulla Sacra Cintola, dotata di specifici strumenti per agevolare i visitatori con disabilità cognitive, bambini normodotati in età prescolare o bimbi stranieri che ancora devono approcciarsi alla lingua italiana e adulti con patologie che inibiscono la capacità di lettura e comprensione.

L’idea del museo di Palazzo Pretorio è cercare di togliere tutte le barriere, non solo quelle fisiche, e rendere il museo accessibile a tutti. Il progetto, realizzato dal museo in collaborazione con CoopCulture, parte con la predella di Daddi ma in futuro l’idea è di estenderla la cosa ad altri capolavori racchiusi nel Pretorio.

Nello specifico davanti all’opera ci sono due mini iPad: in uno si possono leggere attraverso i simboli della comunicazione aumentativa alternativa le didascalie dell’opera di Daddi, sull’altro apparecchio, invece, un breve video offre una spiegazione in Lis, ovvero la lingua dei segni, e servirà per i non udenti. “Si tratta del primo progetto che rende fruibile il nostro patrimonio artistico a tutti – sottolinea l’assessore alla cultura Simone Mangani – Il primo tassello di un percorso che vogliamo proseguire”.

Anche per Erica Peron, responsabile organizzativa del progetto per CoopCulture, la strada intrapresa è quella sulla quale continuare a camminare. La logopedista Sara Corsini si dice contenta di come questi linguaggi vadano al di fuori delle stanze di riabilitazione: “La vita – dice – non è negli ambulatori ma fuori”. E annuncia come Prato sia la città candidata per il congresso nazionale Isaac (la cui “missione” è promuovere la migliore comunicazione possibile per le persone con complessi bisogni comunicativi) del prossimo anno.

Il progetto è stato chiamato “Cintola ad alta accessibilità”, prendendo il nome dalla Sacra Cintola e dall’importanza dell’opera che riveste per la città. Durante la presentazione è intervenuto anche Mauro Papi, presidente dell’ente nazionale sordi sezione di Prato che ha detto come i bambini abbiano bisogno di piena accessibilità. Ha poi ricordato che in Italia la Lis (la lingua dei segni) non è riconosciuta come lingua ma come linguaggio a differenza di altri paesi.

Infine Rita Iacopino, conservatrice del museo, si è soffermata a parlare della predella di Daddi e di come l’opera sia rappresentativa

per la storia pratese. E domenica 11, alle ore 15,30, in piazza Santa Maria Castello ci sarà un’attività di workshop per far conoscere i simboli alla base della comunicazione aumentativa alternativa e farne sperimentare l’uso a quanti parteciperanno alle attività del laboratorio.

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