Catania, terzo settore escluso: centinaia di sordi manifestano contro la Città Metropolitana

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Catania, terzo settore escluso: centinaia di sordi manifestano contro la Città MetropolitanaLa comunità sorda della provincia di Catania si è certamente “fatta sentire” ieri durante la manifestazione organizzata dall’Associazione Famiglie degli Audiolesi Etnei, dall’Ente Nazionale Sordi sezione di Catania e dall’Istituto Maddalena di Canossa tenutasi in via Etnea dinanzi il Palazzo della Prefettura, sede istituzionale dell’ex Provincia Regionale e attuale sede della Città Metropolitana.

di Maria Calanni del 27 luglio 2016@maria_calanni

In centinaia tra utenti sordi, famiglie e lavoratori, hanno preso parte al sit in di protesta contro l’approvazione del regolamento, emanato dall’ex Provincia, per la “disciplina sugli interventi socio educativi assistenziali in favore di soggetti disabili”, che prevede un’organizzazione differente rispetto al passato nell’erogazione dei servizi rivolti ai sordi.
Un riordino che, da un lato, esautora il terzo settore dal suo ruolo centrale nella gestione dei servizi alla disabilità e, dall’altro, rischia di mettere sulla strada centinaia di lavoratori che fino ad oggi hanno potuto usufruire di contratti di lavoro stabili. Una Città Metropolitana che, alla luce del nuovo regolamento, preferisce precarizzare attraverso la costituzione di un albo di operatori – chiamati ad aprirel al Partita Iva – piuttosto che garantire l’attuale stabilità lavorativa
“Non conoscono la sordità, ma…decidono per noi!” è solo uno tra i tanti cartelloni preparati direttamente dagli utenti delle varie associazioni, che vuole sottolineare come una prolungata assenza della classe politica dalle scene degli enti locali provinciali – da ormai 4 anni – abbia lasciato in mano il potere decisionale ai dirigenti dei vari settori con l’avallo di commissari ad acta nominati dal presidente Crocetta che forse con troppa leggerezza firmano delle delibere “ghigliottina”.
Gli apparentemente anacronistici striscioni “Ascoltateci” o “non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire” hanno di certo creato un forte contrasto con quella che è la problematica che la comunità sorda afferente alla Città Metropolitana di Catania si appresta a vivere con la riapertura del nuovo anno scolastico. Leitmotif della manifestazione è stato il voler sottolineare a più voci come questo regolamento porti “indietro di 30 anni”, evidenziando tutte le preoccupazioni che in queste ore attanagliano i manifestanti.

Grande attenzione è stata mostrata anche dagli uffici della Prefettura e, nello specifico, dal Viceprefetto Antonina Latino che alle 10 di ieri ha ricevuto una delegazione dei rappresentanti delle associazioni promotrici della protesta.
«Il vice Prefetto – spiega Vincenzo Lucifora, Presidente dell’AFAE – ci ha ascoltati mostrando una sensibilità particolare nel capire quali sono i nostri problemi. Si farà portavoce con il Prefetto e con il Sindaco della città metropolitana, cercando di mettere insieme un tavolo dove potremmo dire la nostra e potremmo parlare di sordità e di bisogni dei sordi. Abbiamo intanto presentato entro i termini, in maniera congiunta con l’Istituto Maddalena di Canossa, un ricorso richiedendo la sospensiva al TAR per quanto riguarda questo nuovo regolamento che taglia fuori tutto il terzo settore.»

Sul “piede di guerra” anche le famiglie che da trent’anni hanno visto crescere i propri figli all’interno delle associazioni di settore. Tanta amarezza ma un’innata voglia di garantire un futuro ai giovani sordi è emersa da Nunzia Pedalino. «Le famiglie vengono lese in maniera indelebile. I nostri figli verranno isolati da questo nuovo regolamento, facendo perdere quelli che sono i punti fondamentali dell’integrazione del sordo nella società oltre che scolastica. Le famiglie non siamo disposte ad accettare tutto questo perché abbiamo lavorato in questi anni per far si che il ragazzo sordo progredisca a livello integrativo sociale. Le famiglie chiedono oggi alla Città Metropolitana di essere quantomeno consultati e non che fanno sparire il “comitato di rappresentanza” tramite questo nuovo regolamento »

A mostrare non poco timore, anche i lavoratori ormai da anni stabilizzati e che vedono all’orizzonte sfumare ogni certezza economica. «Con questo nuovo regolamento – spiega Olga Distefano, operatrice storica dell’AFAE – ci fanno diventare professionisti precari perchè se da un lato ci invitano ad assumere e a far si che si creino posti di lavoro stabili, dall’altro lato emanano un nuovo regolamento che di fatto da solo la precarietà. Vero che la famiglia ha la possibilità di scegliere, ma in base a che cosa? alla simpatia dell’operatore? In tutto questo non viene valutata la professionalità del singolo operatore o il tipo di servizio che posso erogare. Con il vecchio regolamento la scelta era affidata alle famiglie che insieme agli enti sceglievano l’operatore più adatto.»

Non poche preoccupazione anche da parte di Filippo Isca, presidente dell’ENS di Catania, «tuteliamo tutte le persone sorde, ma con questo regolamento si ritorna ad una situazione passata. La motivazione principale di questa protesta è che la Città Metropolitana ha cambiato il regolamento togliendo la gestione agli enti di categoria.»
Secondo alcune indiscrezioni, il “supersindaco” Metropolitano Enzo Bianco potrebbe incontrare i rappresentanti delle associazioni di categoria già nei prossimi giorni per poter trovare una soluzione alla problematica. Un documento a firma congiunta dei tre promotori della manifestazione, contenente le osservazioni di irregolaerità, è già stato inviato diverse settimane fa al primo cittadino metropolitano.
La speranza è quella che almeno una volta, le istituzioni, possano essere dalla parte dei più deboli e non rispondere solamente a fantomatiche logiche economiche spesso inesistenti

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