Occhiali rotti a un disabile l’assicurazione si arrende

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L’associazione Girotondo ha ottenuto 45 euro dopo 14 mesi d’attesa Il presidente Carniello: «Neanche una riga di scuse, chiederemo i danni morali»

di Giovanni Cagnassi

jesolo
Occhiali rotti di un disabile, l’assicurazione infine ha risarcito il centro Girotondo per ben 45 euro. Ci sono voluti 14 mesi. Tanto era costata la riparazione di un paio di occhiali che si erano rotti durante una giornata al centro disabili di Jesolo, già protagonista solo la settimana scorsa dopo aver risolto un contenzioso con Equitalia su dei soldi non dovuti.

L’ associazione presieduta da Gaspero Carniello aveva stipulato nel 2004 una polizza assicurativa con l’allora agente della agenzia della Sai assicurazioni di Jesolo lido. «La polizza», ricorda Carniello che si è affidato all’avvocato Alegiani di Jesolo, «prevedeva la copertura assicurativa per infortunio e responsabilità civile per eventi messi in atto dai nostri ospiti e dai volontari e veniva confermato con apposita appendice che i nostri assistiti sono considerati terzi tra di loro».

La compagni di assicurazione Sai ha messo in atto una fusione per incorporazione con la Unipol, circa tre anni orsono. A seguito di tale evento le polizze sono state tolte dalla agenzia della Sai e affidate alla Unipol/Sai. «Nel gennaio 2015 un nostro ospite spinge un altro compagno», ricorda, «che, urtando sullo stipite della porta, si rompe la montatura degli occhiali. Il danno era di 45 euro, documentato con scontrino fiscale dalla famiglia e da noi girato alla compagni per il rimborso. La compagni ha risposto il 18 febbraio 2015 che il danno non era risarcibile, perché gli ospiti non erano considerati terzi fra di loro».

«Ho mandato allora tempestivamente un fax di tutta la polizza compresa l’appendice in questione», precisa, «senza nessun riscontro. Dopo due mesi, ho mandato i genitori del ragazzo a chiedere notizie ed è stato risposto che a loro non era dovuta alcuna spiegazione perché non sono gli assicurati e comunque il danno non era risarcibile. Ho rimandato tutta la documentazione, ma niente da fare. Allora ho passato tutto all’avocato che, dopo aver sollecitato due volte, con ulteriori invii della documentazione e non avendo avuto alcun riscontro, ha citato la compagnia per la comparizione all’Organismo di Mediazione dei Conciliatori del Veneto. Ma ancora nessun riscontro. Allora abbiamo raccontato

la vicenda sulle colonne della Nuova Venezia e la compagnia ha mandato un assegno circolare di 45 euro alla famiglia, senza alcun commento o scuse: dopo 14 mesi. Ora», conclude combattivo, «faremo causa per danni morali».

Giovanni Cagnassi

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