Via il bilinguismo italiano-Lis nella scuola per sordi

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Il mondo dei sordi e le necessità scolastiche di formazione dei ragazzi affetti da questa disabilità continuano a essere sottovalutate, quando non ignorate, dal sistema scolastico italiano.

LisNoventa Padovana – È di questi giorni la notizia che il progetto di bilinguismo attivo dal 2006 all’Istituto comprensivo “Santini” chiude, non certo per volere degli operatori ma per mancanza di fondi. Nell’istituto, a fianco della lingua italiana, è stata adottata la Lingua dei segni italiana (LIS) con l’obiettivo di realizzare una scuola dove il bilinguismo sia strumento privilegiato e adeguato per superare le barriere comunicative e per porsi come ponte fra i due mondi, coinvolgendo gli interpreti e gli educatori sordi.

Ma questa iniziativa dedicata al sostegno e all’integrazione delle disabilità sensoriali, in particolare della sordità, vedrà la conclusione. «Sono certo tempi duri per l’istruzione, la crisi economica morde anche la scuola con conseguenti tagli a questo comparto» rilevano gli operatori del progetto «Ma sembra che, a cominciare dalla “Buona Scuola” messa in piedi da Matteo Renzi, il governo non si renda conto o colpevolmente sottovaluti le conseguenze che la razionalizzazione delle risorse per l’istruzione ha sul mondo sordo».

I progetti di Noventa Padovana hanno permesso di realizzare varie attività, dall’allestimento di spettacoli teatrali alla partecipazione a concorsi letterari alla traduzione di canzoni in Lingua dei segni italiana. «Un lavoro di ampio respiro, che nonostante gli ottimi risultati educativo-scolastici conseguiti da parte degli alunni sordi, sta volgendo alla sua conclusione definitiva sicuramente per la difficoltà nel reperimento di risorse finanziare ma anche e soprattutto per la mancata lungimiranza delle istituzioni pubbliche, a differenza di quanto accade in altri Paesi» aggiungono gli operatori. Per Marcello Cardarelli, presidente di Anios (Associazione interpreti di Lingua dei segni italiana) «progetti di bilinguismo LIS-italiano come quello di Noventa Padovana, che garantiscono piena accessibilità

e pari opportunità grazie anche alle professionalità coinvolte come gli interpreti scolastici e i docenti LIS, andrebbero salvaguardati e avere la priorità nella distribuzione dei fondi per la scuola. Invece ogni anno assistiamo al rischio di chiusura di queste esperienze».

Giusy Andreoli

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