Il caso di tre maialini che un artista voleva far morire di fame, in Danimarca

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Tre maialini all'interno di una gabbia creata avvicinando due carrelli all'interno della mostra And now you care? di Marco Evaristti, a Copenaghen, il 28 febbraio 2025 (Emil Nicolai Helms/Ritzau Scanpix via AP)

L’autore dell’opera, Marco Evaristti, ha detto che sono stati rubati: li ha portati via un gruppo animalista con l’aiuto di un suo assistente

Tre piccoli di maiale che l’artista cileno Marco Evaristti voleva far morire di fame all’interno di una mostra organizzata a Copenaghen, in Danimarca, sono stati portati via da un’organizzazione per la difesa degli animali. Lunedì Evaristti aveva detto che i maialini erano stati rubati sabato, il giorno dopo l’inaugurazione della mostra; ha aggiunto di avere denunciato il furto alla polizia. L’artista ha poi rivelato che in seguito il suo assistente Caspar Steffensen gli aveva confessato di aver dato i maialini al gruppo animalista Dyreværnsorganisationen OASA. L’organizzazione ha negato che si sia trattato di un furto.

L’opera in cui i maialini erano stati inseriti si intitola And now you care?, che significa “Ora ti importa?”. Era stata esposta nell’ex magazzino di un macello nel quartiere di Copenaghen dove storicamente si lavorava la carne. Oltre ai maialini, chiusi in una gabbia creata mettendo vicini due carrelli della spesa rovesciati, l’opera comprendeva dei dipinti che rappresentano carcasse di maiali morti e bandiere danesi e contenitori di vetro contenenti parti di corpi di maiali conservate grazie a liquidi appositi.

Nella gabbia dei tre maialini non c’erano né acqua né cibo, e nell’intento originario dell’artista gli animali sarebbero dovuti morire di fame nel corso della mostra. Evaristti ha detto che con And now you care? voleva rendere più consapevoli le persone della sofferenza causata dall’allevamento intensivo per la produzione di carne.

Avendo dovuto chiudere la mostra per l’assenza dei maialini, inizialmente Evaristti era stato «molto deluso» dalla confessione di Steffensen. Poi però ha detto di avere «realizzato che almeno in questo modo i maialini avrebbero avuto una vita felice».

Evaristti e Steffensen hanno specificato al Washington Post che non si è trattato di una trovata per attirare l’attenzione dei media sulla mostra, anticipando forse qualche inevitabile dubbio sulla veridicità della storia. Hanno detto di essersi messi l’incidente alle spalle, e di star pensando di rubare i corpi di maialini morti da una delle tante fattorie del paese e di esporli alla prossima mostra, mettendoli in un frigorifero di vetro, per continuare a diffondere il loro messaggio.

Stanza in cui è stata allestita una mostra di arte contemporanea dell'artista Marco Evaristti: a sinistra c'è un tavolo su cui sono appoggiati dei recipienti contenenti parti di maiali, sul fondo delle tele che mostrano corpi di maiali e bandiere danesi, a destra due carrelli disposti a formare una gabbia per tre maialini

La mostra And now you care? di Marco Evaristti, prima dell’apertura, il 28 febbraio 2025; la “gabbia” con i maialini è a destra (Emil Nicolai Helms/Ritzau Scanpix via AP)

Evaristti (il cui vero cognome contiene una sola T) ha 62 anni, vive da decenni in Danimarca ed è noto per le sue opere d’arte volutamente provocatorie, spesso accusate di essere gratuitamente crudeli. Nel 2000 per esempio fece discutere la sua opera Helena, originariamente esposta al museo Trapholt di Kolding, sempre in Danimarca: l’opera consisteva in una decina di frullatori contenenti dell’acqua e un pesce rosso ciascuno; i pesci erano esposti al rischio che un qualunque visitatore attivasse i frullatori e così li uccidesse. Durante l’esposizione dell’opera alcuni pesci furono uccisi.

Prima dell’apertura di And now you care? molte organizzazioni animaliste danesi avevano criticato la mostra, dicendo di essere favorevoli alle iniziative per far conoscere la realtà dell’allevamento intensivo, ma contestando il maltrattamento dei tre piccoli di maiale.

Steffensen ha detto all’agenzia di stampa Associated Press di non aver potuto permettere la morte dei tre maialini dopo che sua figlia, che ha 10 anni, gli aveva fatto promettere di salvarli: per questo ha permesso a uno dei gruppi di attivisti che avevano contattato gli organizzatori della mostra di portare via i maialini.

Redazione il Post

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