Anche a Pavia vogliono fare una “città 30”

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Una strada del centro di Pavia (Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

Il comune lombardo ha annunciato un piano per aumentare le strade con il limite di velocità di 30 chilometri orari

Martedì il comune di Pavia, in Lombardia, ha annunciato che nei prossimi mesi introdurrà un piano di “città 30”. Significa che aumenteranno il numero di strade in cui le automobili e gli altri veicoli a motore non possono superare il limite di velocità di 30 chilometri orari. Il sindaco Michele Lissia, del Partito Democratico, ha spiegato che l’obiettivo del piano è «rendere la città più vivibile e sicura, anche per i pedoni e i ciclisti».

Negli ultimi anni alcune città italiane hanno deciso di attuare dei progetti di “città 30”, che in precedenza erano stati introdotti anche in grandi città europee come Berlino, Barcellona, Edimburgo, Bruxelles e Parigi. Il caso più noto e discusso in Italia è stato quello di Bologna, dove il limite di 30 chilometri orari è stato applicato nella maggior parte delle strade cittadine nel gennaio del 2024. Nel primo anno di attuazione del progetto il numero degli incidenti stradali, a Bologna, è diminuito del 13,1 per cento rispetto alla media dei due anni precedenti. Nel 2024 inoltre non sono stati uccisi pedoni per la prima volta da almeno 33 anni, cioè da quando sono disponibili i dati.

Annunciando il progetto pavese Lissia ha ricordato che la prima amministrazione italiana ad aver introdotto un progetto di “città 30” è stata Olbia, in Sardegna, nel 2021. Olbia è amministrata da un sindaco di centrodestra dal 2016. «La nostra non è una scelta ideologica», ha detto Lissia.

Alice Moggi, vicesindaca e assessora alla Mobilità, ha detto che entro quest’estate saranno approvate alcune prime «linee di indirizzo» sul progetto e che successivamente il comune indicherà le strade dove non si potranno superare i 30 chilometri orari. Nel frattempo sarà portata avanti una campagna di informazione sul progetto per spiegarlo ai cittadini. Ha aggiunto Moggi: «In futuro, dove è possibile, toglieremo le auto dai marciapiedi e dalle piazze, che devono tornare ad essere luoghi di aggregazione e non solo parcheggi».

Redazione il Post

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