I biglietti da 15 euro non sono quasi mai disponibili sul sito, ma ci sono decine di agenzie turistiche che li vendono come tour guidati anche a 100 e passa
Andare a vedere l’Ultima cena, il famoso affresco di Leonardo Da Vinci esposto nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano, è impegnativo: i biglietti a disposizione sul sito ufficiale, che costano 15 euro, sono quasi sempre esauriti e quando ci sono bisogna prenotarli con mesi d’anticipo. Il 10 dicembre per esempio sono stati messi in vendita quelli per febbraio, marzo e aprile e sono stati venduti tutti nel giro di poco. Per riuscire a comprarli a quel prezzo bisogna quindi connettersi appena vengono aperte le prenotazioni o controllare periodicamente se tornano disponibili (di solito ogni mercoledì ne tornano disponibili alcuni, ma non sempre e comunque durano poco).
Fuori dal sito ufficiale però, con una semplice ricerca su Google, di biglietti per vedere l’Ultima cena se ne trovano parecchi, disponibili anche per il giorno successivo, all’orario che si preferisce. Qui però i prezzi sono decisamente più alti, dai 40 ai 120 euro a persona. Non è bagarinaggio: sono le agenzie turistiche che per contratto hanno diritto a un certo numero di ingressi e spesso li fanno strapagare vendendoli come parte di brevi tour guidati, approfittando del fatto che turisti e visitatori non hanno quasi mai alternativa.
I biglietti da decine di euro per le visite guidate sono gestiti da circa 30 tour operator diversi e si acquistano sui siti degli stessi operatori o su piattaforme come GetYourGuide e Viator. Sono quasi sempre disponibili perché il museo riserva ai tour operator un numero molto alto di biglietti, pari o di poco inferiore a quelli disponibili per le prenotazioni sul sito ufficiale. A tutela del cliente, sul biglietto – anche quello comprato tramite agenzia turistica – è indicato il prezzo effettivo del museo, ovvero 15 euro, ma chi compra lo può notare solo dopo aver confermato la prenotazione, perché il biglietto è nominale. La visita guidata dei tour operator, che è di un’ora o più, prevede comunque un tempo di permanenza nella stanza dell’Ultima cena non superiore a un quarto d’ora, come per chi entra col biglietto da 15 euro.
Alla base del problema c’è la richiesta altissima: come spiegano dal museo, ogni anno ci sono un milione e mezzo di richieste a fronte di circa 500mila posti disponibili. Trattandosi di un’opera delicatissima, realizzata tra il 1494 e il 1498, l’ingresso è contingentato ed è organizzato in slot: possono entrare al massimo 40 persone ogni 15 minuti, per un totale di 1.720 persone al giorno.
Per questo da anni c’è chi prova a speculare sui biglietti. Il problema fino a una decina di anni fa erano i bagarini che si trovavano fuori dalla chiesa e che rivendevano i biglietti a un prezzo maggiorato, ma anche finti tour operator che ne compravano tanti dalla piattaforma ufficiale e li rivendevano ai turisti, sempre a un costo maggiore. Per prevenire la creazione di un mercato secondario negli ultimi anni è stata adottata una serie di misure: tutti i biglietti sono tracciati e il sito è protetto da un sistema che blocca i bot, ovvero i software che cercano di comprare un numero di biglietti superiore al massimo consentito, per rivenderli. Dal 2020 inoltre i biglietti sono nominali, quindi non è possibile cambiarli o rivenderli, e ogni utente può comprare al massimo cinque biglietti, due volte all’anno.
La vendita dei biglietti è gestita da un concessionario esterno che è stato selezionato con un bando cinque anni fa e che mantiene le stesse modalità di vendita stabilite allora. I tour operator comprano i biglietti dal concessionario, che gli riserva il 38 per cento di quelli disponibili dal martedì al giovedì e il 30 per cento di quelli dal venerdì alla domenica. Hanno un contratto che viene rinnovato ogni tre mesi e a ognuno vengono assegnati degli slot in giorni fissi. Uno di questi tour operator, Best Italy Tour, ha spiegato che il prezzo delle loro visite guidate, alto rispetto ai biglietti singoli che si comprano sul sito, «dipende principalmente dal prezzo stabilito dalle guide turistiche, che sono tutte riconosciute». I prezzi però variano molto, anche di 50 o 60 euro tra un tour e l’altro. Tutto questo nonostante il museo offra delle proprie visite guidate in italiano e in inglese al costo di 9 euro (quindi 24 in totale) in certi orari della giornata.
Se si conta poi che ogni giorno il 5 per cento dei biglietti viene riservato alle scuole e il 20 ai gruppi superiori alle dieci persone (gli unici biglietti che vengono venduti direttamente dal museo con un numero di telefono dedicato), resta che dal martedì al giovedì solo il 37 per cento dei biglietti (636) è riservato ai visitatori singoli che li acquistano dal sito, e dal venerdì alla domenica solo il 45 per cento, ovvero 774. Sembrano tantissimi ma appunto vanno via molto in fretta.
A dicembre del 2024 la gestione del Museo del Cenacolo Vinciano è passata dalla Direzione regionale Musei nazionali Lombardia alla Pinacoteca di Brera, che fa parte di un gruppo di istituzioni culturali di Milano chiamato “Grande Brera” e che comprende anche Palazzo Citterio e la Biblioteca Braidense. La nuova gestione ha fatto sapere di aver iniziato a lavorare sulla questione dei biglietti, anche perché il Cenacolo a breve cesserà il contratto con l’attuale concessionario e adotterà la piattaforma per la rivendita dei biglietti “Musei italiani” del ministero della Cultura, e forse alcune cose cambieranno.
I tour operator offrono la presenza di una guida che fa visite in lingue diverse a seconda della clientela, e che prima di entrare racconta la storia della chiesa, dei chiostri e dell’affresco. Nella durata del tour, che nella gran parte dei casi è di un’ora e mezza, sono inclusi però anche i tempi tecnici necessari per entrare: il tempo passato in biglietteria per il controllo dei documenti e la mezz’ora circa di attesa prima di entrare nel refettorio, il controllo delle borse, il passaggio attraverso i metal detector e in una sala dove i visitatori devono aspettare qualche minuto che l’aria venga filtrata per ripulirla da componenti che potrebbero danneggiare l’affresco. Inoltre molti tour promettono anche la visita della chiesa, che però non si può fare quando è in corso la messa e quindi semplicemente salta, senza che il prezzo della visita venga scontato.
Secondo Angelo Crespi, neo-direttore del Museo del Cenacolo Vinciano, una soluzione potrebbe essere aumentare il numero degli ingressi disponibili per ogni slot di 15 minuti, che è già stato portato da 35 a 40 solo poco tempo fa. Ora l’idea è aumentare di altri cinque posti gli ingressi per slot da riservare ai clienti singoli ed è in corso una sperimentazione per farlo senza danneggiare l’affresco: «ho già aperto un tavolo di confronto con le associazioni di categoria dei tour operator, e abbiamo attivato una sperimentazione con il Politecnico di Milano, il team è guidato dal professor Francesco Romano, e con il Gruppo di ricerca di Chimica dell’atmosfera dell’Università Bicocca». Tra le altre soluzioni, continua Crespi, c’è anche quella di farsi promotore, con il “patto di Brera”, ovvero il gruppo di aziende che sostiene il suo mandato, di aperture serali straordinarie destinate ai cittadini milanesi.