Nel Regno Unito stanno finendo la birra Guinness

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(REUTERS/Hollie Adams)

Almeno fino a Natale, visto che in questo periodo la richiesta è altissima, e intanto le alternative non convincono

Qualche giorno fa Diageo, l’azienda che produce la celebre birra stout Guinness (le “stout” sono quelle scure, ad alta fermentazione), ha annunciato che nelle settimane prima di Natale limiterà la quantità di fusti di Guinness forniti al mercato britannico. Diageo ha detto di star lavorando per gestire la distribuzione dei fusti «nel modo più efficiente possibile», ma ha ammesso di essere in difficoltà per via dell’altissima domanda di Guinness nel Regno Unito.

Secondo la società di consulenza inglese NIQ, che raccoglie dati nel settore della ristorazione e dell’ospitalità, tra luglio e ottobre le vendite di Guinness sono aumentate del 21 per cento rispetto allo stesso periodo nel 2023, rendendo la birra irlandese la più consumata del paese.

Molti bar e pub britannici stanno già lamentando le conseguenze di questa decisione. Patrick Fitzsimons, che da 23 anni gestisce il pub irlandese di Londra Faltering Fullback, ha raccontato all’Independent che per il suo locale normalmente acquista tra i 25 e i 50 fusti di Guinness alla settimana, e questa settimana ne è riuscito a comprare solo 12. Ann Flynn, che gestisce il pub The Grapes di Sheffield, nel nord dell’Inghilterra, ha detto di non essere riuscita ad acquistare un solo fusto da uno dei suoi fornitori, e di averne ottenuti solo la metà rispetto al solito da un altro. Il gestore della Cock Tavern, nel centro di Londra, ha detto che si aspetta di finire presto la Guinness e ha aggiunto: «Se la gente non avrà la sua Guinness, non berrà nient’altro, quindi gli affari andranno a rotoli».

La limitazione vale solo per il Regno Unito: in Irlanda e Stati Uniti, altri due grandi mercati per la Guinness, la distribuzione non è stata ridotta.

La grande richiesta di Guinness, in realtà, era prevedibile: la popolarità della Guinness nel Regno Unito è in crescita da tempo, ed è sempre aumentata attorno al periodo delle feste natalizie. Storicamente considerata una birra “da vecchi”, è stata riscoperta dalle generazioni più giovani grazie a una sfida circolata molto su social network come TikTok, “split the G” (“dividi la G”): in pratica, i giovani si sfidano a bere in un solo sorso abbastanza birra da far sì che quella rimasta divida perfettamente a metà la lettera G che è stampata tradizionalmente sui bicchieri in cui è servita.

Sia per questo, sia per il fatto che molti pub hanno nel listino una sola birra stout – la Guinness, appunto – i proprietari di locali hanno paura di non poter offrire un’alternativa soddisfacente ai clienti, una volta finite le scorte. «La Guinness sarà sempre inimitabile», ha detto Fitzsimons, del Faltering Fullback. «Ma sto provando a convertire molte persone alla Murphy’s», una birra più dolce, con note vicine al cioccolato, e più economica della Guinness. La Murphy’s, però, non viene prodotta e distribuita in quantità comparabili alla Guinness, e quindi non potrebbe da sola supplire alle carenze di fusti, oltre a non essere veramente sovrapponibile alla Guinness in termini di gusto.

A questo si aggiunge un problema simile a quello che si verificò nel 2020, nei primi giorni di lockdown, con i rotoli di carta igienica esauriti temporaneamente in alcuni supermercati: molti gestori di locali, spaventati dall’annuncio di Diageo, hanno subito comprato più Guinness di quella che avrebbero ordinato normalmente, riducendo ancora di più le scorte generali. «Chiunque abbia una cantina abbastanza grande ordinerà all’ingrosso. È quello che farei anch’io, se avessi lo spazio», ha detto al New York Times Tommy McGuinness, gestore del pub londinese The Marquis. Lui stesso ha raccontato di aver acquistato due fusti di birra dal pub di un amico recentemente, dopo aver scoperto che il suo solito fornitore l’aveva esaurita.

Redazione IL POST

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