Un filo diretto per parlare con assistenti sociali e operatori del diritto, formati dalla Associazione Ente Nazionale Tutela Disabilità APS (ex Ufficio Nazionale del Garante della Persona disabile ETS).
Salvatore Di Giglia, dopo la squadra di wheelchair hockey Aquile di Palermo, e dopo l’Ufficio del Garante dei diritti della persona con disabilità che ha permesso finalmente l’istituzionalizzazione di questa importante “figura”, come spiegato nel suo libro “La figura del Garante della Persona con disabilità – Venti anni di storia, dalla nascita ai nostri giorni”, ci parla oggi del Telefono D.
Di che cosa si tratta?
“Si tratta di una linea telefonica dedicata, diretta a fornire informazioni, assistenza e ascolto a chi vive i problemi legati a una condizione di disabilità. La lettera “D”, infatti sta per disabilità. É un servizio – che può ancora dirsi in fase sperimentale – ideato da Angelo Cottone, psicoterapeuta socio fondatore dell’Ufficio Nazionale del Garante della Persona disabile Onlus, che oggi a seguito dell’intervenuto decreto legislativo n.20/2024 istitutivo dell’Autorità pubblica e indipendente di livello nazionale, ha assunto la denominazione di Ente Nazionale Tutela Disabilità Aps/Ets. Il servizio é rivolto a tutte le persone con disabilità, alle loro famiglie e alle associazioni che operano in questo ambito.”
Una sorta di telefono amico per le persone con disabilità?
“Esatto, un telefono che vuole essere vicino alle persone che vivono una situazione di disabilità e che, molto spesso, sentono la necessità di consultarsi con degli esperti del diritto e del sociale, ma anche per una semplice conversazione dalla quale la persona possa trarne comunque un beneficio.”
Come si struttura il suo funzionamento?
“Il servizio funziona dal 1° febbraio 2022 ed è attivo per cinque giorni alla settimana, per sei ore giornaliere dal lunedì al venerdì, dalle 10,00 alle 17,00 con una pausa tra le 13,00 e le 14,00. Rispondono assistenti sociali e operatori del diritto che coadiuvati dai volontari dell’Associazione che gestisce il progetto, appositamente formati.
È stato attivato dall’Assessorato regionale della Famiglia, del Lavoro e delle Politiche sociali, grazie a una convenzione sottoscritta dalla Regione, attraverso il Servizio V – Dipartimento Fragilità, l’Autorità Garante per i diritti della Persona con disabilità presso la Regione Siciliana e l’associazione di promozione sociale oggi denominata Ente Nazionale Tutela Disabilità ETS. La proposta che abbiamo lanciato, accolta in primis dall’Autorità Garante, dottoressa Carmela Tata, e dall’Assessorato regionale alla Famiglia, trova il suo fondamento nella necessità di offrire un supporto informativo, ma anche di accoglienza e ascolto circa i problemi che le persone con disabilità e i loro familiari si trovano ad affrontare nel quotidiano.”
Quali sono i problemi più ricorrenti?
“Potrai immaginare che l’ambito scolastico è quello più ricorrente. Insegnanti di sostegno le cui assegnazioni arrivano ancora in ritardo; alunni per i quali viene chiesto ai genitori di anticipare l’uscita perché manca il professionista che possa assisterli; scuola pubblica che tenta di negare l’iscrizione di un alunno con disabilità perché mancherebbero gli insegnanti di sostegno. Seguono le diverse problematiche sulle barriere architettoniche; quelle legate all’applicazione della legge 68/89 relativa all’inserimento nel mondo del lavoro delle persone con disabilità; le problematiche connesse all’uso degli stalli riservati alle persone munite di contrassegno; problematiche legate alla agevolazione dell’aliquota IVA ridotta prevista per gli acquisti di auto al servizio delle persone con disabilità; richieste di informazioni sui termini di scadenza per la presentazione di istanze volte all’ottenimento di benefici vari; problematiche legate ai parcheggi aeroportuali e altre ancora.”
I problemi più insoliti?
“Abbiamo registrato segnalazioni anomale come richieste da parte della scuola, con frequenza anche doppia giornaliera, dell’intervento del genitore dell’alunno con disabilità con problemi aggiuntivi legati alla necessità di idratare gli occhi. La mamma doveva lasciare il negozio per recarsi a scuola ed instillare il collirio al figlio. Una situazione che non poteva durare certamente per molto tempo, così qualche mese dopo la fattispecie veniva risolta mediante un corso specifico fatto da un operatore medico che ha insegnato ad un collaboratore scolastico (ovviamente appositamente autorizzato) come instillare il medicinale; insegnanti di sostegno che non riescono ad entrare in alcun modo in empatia con l’alunno e che il dirigente non ha possibilità di cambiare, finendo in tal modo per vanificare l’assegnazione stessa; problematiche legate al diniego di consentire l’accesso in ospedale da parte del caregiver che normalmente provvede ad assistere il parente con disabilità gravissima, perché il direttore sanitario non era aggiornato sulla specifica norma nazionale che, al contrario, prevede espressamente tale possibilità; problematiche connesse all’applicazione dei permessi previsti dalla legge 104 negati al familiare a causa della pigrizia mentale del funzionario addetto alla gestione del personale che non ha accertato se la “matrigna o il patrigno” potessero essere considerati affini nel senso voluto dal codice civile; situazioni di chiese con entrata principale inaccessibile e che mancano della seppur minima prescritta segnalazione che nella parte laterale è presente una entrata con scivolo che consente l’accesso in modo autonomo; ma uno del casi maggiormente anomali, al limite del paradosso, che mi sovviene è quello di una persona con disabilità che, dopo avere verificato che non vi erano posti liberi riservati, ha parcheggiato il proprio veicolo in una zona blu con contrassegno ex art 381 cds, perfettamente esposto nella parte interna del parabrezza. Viene richiamata dagli ausiliari del traffico e invitata a non posteggiare più in quella zona perché la posizione della telecamera non avrebbe consentito di verificare la presenza del contrassegno. Chiudevano la conversazione facendo notare che per quella volta non avrebbero elevato nessuna multa.”
L’aver preso contatto con tante persone e situazioni vi ha permesso di mettere in luce alcuni aspetti e particolari soluzioni?
“Certamente. Aggiungo che ogni giorno è un continuo arricchimento anche per noi operatori. Io dico molto spesso che questo nostro, chiamiamolo così lavoro, ti fa conoscere l’esistenza di situazioni, casi, problematiche da parte degli utenti che ci contattano, che a volte ci fanno guardare reciprocamente in faccia come per chiederci:” ma questa te l’aspettavi?”
Alla luce del lavoro svolto pensa che ci sia da cambiare qualcosa in questa iniziativa?
“Abbiamo verificato che per quanto ci si è mossi per fare conoscere il servizio, a distanza di quasi tre anni, non è ancora entrato diffusamente nelle case e negli ambiti associativi delle persone con disabilità. Adesso stiamo pensando di coinvolgere tutti i sindaci della Regione e di chiedere loro di aiutarci a svolgere una attività di promozione del Centro di ascolto nei rispettivi territori.”
Ci può raccontare di qualche caso che avete aiutato a risolvere e che vi ha fatto sentire veramente utili in questa mission?
“Mi viene in mente il caso segnalato da una utente residente nella provincia di Trento e Bolzano, alla quale erano stati riconosciuti tutti i benefici anche economici collegati alla sua condizione di disabilità gravissima, e che aveva trasferito la propria residenza in Sicilia. Ebbene l’INPS riteneva necessario sottoporre la persona nuovamente a visita di accertamento collegiale per poterle riconoscere il beneficio dell’indennità di accompagnamento. Il caso è stato passato alla Garante Regionale che ha intrattenuto una corrispondenza con la sede regionale dell’INPS che ha condotto alla cessazione di quella anomala prassi.”
Un’ultima domanda. Ha già in mente una nuova iniziativa?
“Come hai detto già tu, prima che porti al termine una cosa, ne ho già messa un’altra in cantiere che attiene al tema delle disabilità. Per risponderti concretamente, ti dico che non avendo ceduto all’editore i diritti relativa alla pubblicazione sulla “Storia del Garante”, il ricavato della vendita viene interamente devoluto in modo tracciato in favore dell’Ente Nazionale Tutela disabilità ETS, per avviare assieme ai colleghi avvocati e volontari dell’Ente, opportunamente integrati da altri giovani professionisti di varia estrazione, un “Centro antidiscriminazione” operante nella Regione Siciliana. Un analogo Centro esiste già in Lombardia, ed è stato avviato da LEDHA ( Lega Diritti Persone con disabilità) e vorrei prenderlo a modello per proporlo nel nostro territorio.”
Il libro può essere richiesto alla mail: aquiledipalermo15@libero.it al costo di euro 12,00 + Euro 2,00 per costo di spedizione.
Redazione Il Gazzettino di Sicilia