La Corte Suprema brasiliana ha confermato il blocco di X nel paese

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Sostenitori dell'ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro con un cartello che dice "Il Brasile ringrazia Elon Musk" durante una manifestazione per la libertà di espressione a Rio de Janeiro, 21 aprile 2024 (AP Photo/ Bruna Prado)

La sospensione del social network era stata stabilita venerdì nell’ambito di una disputa su alcuni account di estrema destra: ora la società di Elon Musk dovrà adeguarsi

Lunedì una commissione composta da cinque degli undici giudici della Corte Suprema del Brasile ha confermato il blocco nel paese del social network X (ex Twitter), il cui uso era stato sospeso venerdì nell’ambito di una disputa che prosegue da alcuni mesi fra il proprietario di X, Elon Musk, e il giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes. Tutti e cinque i giudici della commissione hanno votato in favore del blocco, che resterà in vigore fino a che la società di Musk rispetterà le direttive date dalla Corte e pagherà le sanzioni a suo carico, che ammontano all’equivalente di più di 2,7 milioni di euro.

Quello brasiliano è uno dei più grandi mercati di X al di fuori degli Stati Uniti: il Brasile ha 217 milioni di abitanti e circa 24 milioni di profili attivi sul social network. La disputa era cominciata ad aprile, quando de Moraes aveva ordinato il blocco di circa un centinaio di account su X nell’ambito di un’indagine sulle notizie false e i messaggi d’odio diffusi tramite il social network da figure legate all’ex presidente di estrema destra Jair Bolsonaro. In sintesi, Musk aveva accusato de Moraes di aver tradito la Costituzione e il popolo del Brasile, mentre de Moraes aveva aperto un’indagine sull’imprenditore per una serie di reati, compreso quello di “intralcio alla giustizia”, e stabilito per X una multa di circa 18mila euro al giorno per ogni profilo che fosse rimasto aperto.

Ad agosto Musk aveva annunciato la chiusura della sede brasiliana del social network, con effetto immediato. La settimana scorsa la Corte aveva dato all’azienda tempo fino a giovedì per adeguarsi alla legge nazionale per le società tecnologiche straniere che operano nel paese, che prevede la nomina di un rappresentante legale in Brasile. La società tuttavia non aveva rispettato questo limite, in seguito al quale era stata stabilita la sospensione.

Dei cinque giudici della Corte chiamati a decidere sul blocco solo Luiz Fux ha votato con riserva: ha cioè sostenuto la posizione di de Moraes, riconoscendo tuttavia che la decisione dovrebbe applicarsi ai profili di X che promuovono contenuti razzisti, fascisti, nazisti, intralcino le indagini o si riferiscano a «manifestazioni vietate dall’ordine costituzionale». La Corte ha anche stabilito una sanzione dell’equivalente di circa 8mila euro al giorno per le persone o le società che usino le cosiddette “reti virtuali private” (VPN, le connessioni che si usano per aggirare blocchi in una determinata area geografica) per accedere a X.

Redazione IL POST

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