Roma, stazioni inaccessibili ai disabili, Argentin (Pd): «Non prendo mai la metro, ho paura di non riuscire a risalire…»

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di Maria Egizia Fiaschetti

La consigliera nel XIV Municipio, presidente di Alm (Associazione italiana motulesi), ritiene che il sistema di trasporto a Roma sia «lontano anni luce da percorsi di autonomia». L’appello a Gualtieri: «Faccia un giro con noi»

«In tutta la mia vita avrò preso la metro due volte per la paura di scendere e non poter risalire». Ileana Argentin, 61 anni, consigliera dem nel XIV Municipio e presidente di Alm (Associazione italiana motulesi), ritiene che a Roma il sistema di trasporto pubblico sia ancora «lontano anni luce da percorsi di autonomia». Ex deputata, già presidente della commissione giubilare sulle barriere architettoniche nel 2000, considera la questione tanto più grave mentre si giocano le Paralimpiadi: «Tutti a riempirsi la bocca, ma come pensano che le persone con disabilità si rechino a praticare sport?».

Consigliera Argentin, possibile che nella Capitale vi siano ancora stazioni della metro inaccessibili alle persone con mobilità ridotta?
«Purtroppo negli ultimi 20 anni, da destra a sinistra, si è fatto pochissimo ma il problema non è soltanto la carenza di ascensori e montascale: non si fa manutenzione, succede anche per le pedane degli autobus. È assurdo che per andare a fare fisioterapia dobbiamo dipendere da genitori sempre più anziani o dagli operatori: che senso hanno le agevolazioni tariffarie se non possiamo spostarci? Preferiremmo pagare il biglietto per intero, ma essere messi nelle condizioni di muoverci».

In alcune stazioni gli impianti di discesa e risalita sono fuori uso, in altre non sono mai stati progettati…
«Mi chiedo come sia stato possibile aggiudicare l’appalto a ditte che non hanno previsto impianti per le persone con disabilità: il Dpr numero 503 del 1989 prevede sanzioni per la mancata eliminazione delle barriere architettoniche. Mi dispiace doverlo ammettere, ma in questa città c’è pochissima attenzione alle persone con disabilità: la tecnologia ha fatto passi da gigante, penso alle carrozzine elettroniche che migliorano l’autonomia, ma poi si rischia di rimanere bloccati per colpa di un ascensore».

Da consigliera del Pd qual è il suo appello al sindaco, Roberto Gualtieri?
«Quando ero in Campidoglio con Veltroni lo misi sulla carrozzina per fargli capire cosa significasse vivere a Roma per i diversamente abili. Sono una grande sostenitrice di Gualtieri, ma da donna di sinistra non posso che essere indignata. E al sindaco vorrei rivolgere una provocazione: “Perché non vieni con noi, con i ragazzi dell’associazione a fare un giro in carrozzina?”. Si accorgerà che, oltre ai trasporti off limits, non possiamo prendere neanche un caffè al bar perché soltanto il 35 per cento ha la pedana».

Redazione Roma Corriere

 

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