La Corea del Nord sta provando a gestire i danni di pesanti alluvioni

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Il dittatore nordcoreano Kim Jong Un su un gommone nella città alluvionata di Sinuiju in una foto diffusa dall'agenzia stampa di stato, 29 luglio 2024 (Korean Central News Agency/Korea News Service via AP)

Il regime di Kim Jong Un ha rifiutato gli aiuti esterni e ha detto che decine migliaia di sfollati verranno trasferiti a Pyongyang in attesa che le loro case vengano ricostruite

Nei prossimi giorni in Corea del Nord circa 15.400 persone le cui case sono state distrutte da forti alluvioni verranno trasferite temporaneamente nella capitale Pyongyang, per ricevere cure e assistenza in attesa che le loro abitazioni vengano ricostruite. Lo ha scritto l’agenzia stampa ufficiale del regime nordcoreano, raccontando il viaggio che il dittatore Kim Jong Un ha compiuto venerdì scorso in una zona del paese colpita dalle alluvioni. Non è chiaro dove verranno ospitate queste persone.

Verso la fine di luglio il paese è stato colpito da forti piogge, che hanno causato diversi danni. Secondo quanto riportano i media di stato nordcoreani, che comunque hanno fornito poche informazioni, le zone più colpite sono state le due regioni nordoccidentali di Uiju e Sinuiju, vicine al confine con la Cina e dove Kim Jong Un si è recato la scorsa settimana. A fine luglio l’agenzia di stampa ufficiale nordcoreana KCNA aveva detto che 5mila persone erano rimaste isolate per circa due giorni a causa dell’alluvione, ed erano poi state soccorse grazie a importanti operazioni di evacuazione. In quell’occasione il dittatore aveva visitato le aree alluvionate e aveva incolpato i funzionari locali della crisi, presentandosi come il coordinatore delle operazioni di soccorso, che i media statali avevano definito «miracolose».

Una foto senza data fornita dal governo nordcoreano lo scorso 31 luglio mostra una zona della città di Sinuiju colpita dalle inondazioni (Korean Central News Agency/Korea News Service via AP)

Le intense piogge che in estate cadono regolarmente sulla Corea del Nord causano spessi grossi danni, anche a causa delle deforestazione, della scarsa capacità di drenaggio e dallo stato fatiscente delle infrastrutture. Secondo KCNA le piogge delle ultime settimane hanno causato più di 15mila sfollati e danni a più di 4mila case, a circa 3mila ettari di terreno coltivabile e a numerose strutture o infrastrutture pubbliche, tra cui strade, ferrovie ed edifici pubblici. Per ricostruire ciò che è andato distrutto dovrebbero volerci mesi: per questo nel frattempo le persone che hanno perso la loro abitazione verranno trasferiti nella capitale.

Non sono state diffuse informazioni su eventuali morti. I media sudcoreani hanno però scritto che i danni sarebbero molto peggiori rispetto a quelli descritti dai media nordcoreani, e che sarebbero morte più di mille persone. La tv sudcoreana Chosun ha scritto che si sarebbero anche verificati degli incidenti in elicottero, nei quali sarebbero morti alcuni soccorritori.

Durante la visita a Uiju della scorsa settimana Kim Jong Un aveva accusato la Corea del Sud di esagerare la narrazione sui danni che il suo paese ha subìto dall’alluvione, definendo le varie informazioni diffuse sugli eventi come una «campagna diffamatoria» e una «grave provocazione» nei confronti del suo governo. Il rapporto tra le due Coree sono storicamente molto complicati, e ultimamente sono diventati ulteriormente tesi.

Nelle ultime settimane diversi paesi (tra cui Russia e la Cina, alleati della Corea del Nord, ma anche la Corea del Sud) e varie organizzazioni internazionali avevano offerto il proprio aiuto al paese per ridurre l’impatto umanitario delle alluvioni. Kim Jong Un però ha fatto sapere che non intende accettare alcun sostegno esterno.

Redazione IL POST

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