Le Olimpiadi di Parigi alle prese col Covid

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(AP Photo/Thomas Padilla)

Anche se i casi sono in aumento da qualche settimana, il Comitato organizzatore ha escluso la possibilità di creare una “bolla sanitaria” per gli atleti, suggerendo alle delegazioni di fare attenzione

Negli ultimi giorni in Francia si è ricominciato a parlare di Covid-19, in particolare in relazione alle Olimpiadi, che inizieranno tra meno di una settimana: dureranno dal 26 luglio all’11 agosto e saranno seguite dalle Paralimpiadi, dal 28 agosto all’8 settembre. Da metà maggio è stato infatti osservato un aumento dei casi di Covid-19 nella regione di Parigi, la capitale della Francia dove si terranno quasi tutte le gare. Altri aumenti sono stati osservati in altre parti d’Europa, inclusa l’Italia, ma non hanno generato particolari preoccupazioni, in parte perché la popolazione ha raggiunto un buon livello di immunità che diminuisce i rischi di sviluppare gravi sintomi. Per Parigi tuttavia la questione è un po’ diversa, dato che è stato stimato che i due eventi porteranno in città circa 15 milioni di persone, tra cui quasi 2 milioni di stranieri.

Il Comitato nazionale olimpico e sportivo francese, che organizza le Olimpiadi, si è confrontato sulla questione sia dal punto di vista dei rischi per la salute degli atleti e degli spettatori, sia da quello organizzativo, dato che qualora il coronavirus si diffondesse seriamente fra gli atleti e le atlete olimpiche porterebbe a una riduzione degli sportivi in gara e ad altri disguidi. Il Comitato ha però deciso di non creare una “bolla sanitaria” per isolare il Villaggio Olimpico, come era stato fatto nelle precedenti Olimpiadi, e si è limitato a chiedere alle delegazioni di testarsi prima del loro arrivo e di prendere qualche precauzione. È una decisione in linea con quanto fatto di recente dai comitati organizzatori di altre competizioni sportive come il Tour de France, che si concluderà oggi.

André-Pierre Goubert, direttore della divisione sport olimpici del Comitato nazionale olimpico e sportivo francese (CNOSF), ha detto che questa decisione è stata presa dopo che il Comitato si è consultato con il ministero della Salute francese e con diversi esperti, che non hanno previsto particolari rischi. Goubert ha detto inoltre che il Comitato sta «tenendo sotto controllo e da vicino gli sviluppi» della situazione per essere pronto ad adottare misure specifiche di contenimento qualora ce ne fosse bisogno. Durante le Olimpiadi il Villaggio Olimpico ospiterà 14.500 persone fra atleti, allenatori e personale di supporto, seguiti da 9mila paratleti e dal loro staff durante i Giochi Paralimpici.

In mancanza di un protocollo sanitario ufficiale il CNOSF ha chiesto in modo un po’ vago alle delegazioni di essere vigili e di prendere le precauzioni che ritengono necessarie. Nicolas Castel, uno degli allenatori del nuotatore francese Léon Marchand, vincitore di cinque medaglie d’oro e una d’argento ai mondiali di nuoto del 2022 e del 2023, ha detto che «abbiamo messo in atto protocolli per prevenire tutto questo» ma anche che «siamo comunque umani e quindi è possibile che succeda».

Lo stesso atteggiamento è stato adottato dall’Amaury Sport Organisation (ASO), organizzatrice del Tour de France, che non ha creato un protocollo sanitario ufficiale per il Covid-19. Il Tour, durato dal 29 giugno al 21 luglio, è l’ultimo grande evento sportivo internazionale a tenersi in Francia prima delle Olimpiadi: cinque dei 176 ciclisti si sono ufficialmente ritirati durante la gara perché risultati positivi al Covid-19 e con sintomi. L’ASO non è stata molto reattiva e ha chiesto ai giornalisti di indossare mascherine nelle aree in cui potevano entrare in contatto con gli atleti e le loro squadre solo il 14 luglio, dopo la conferma dei primi casi di Covid-19 fra i ciclisti

In assenza di un vero protocollo sanitario ogni squadra ha adottato una propria strategia per affrontare il virus: mentre la maggior parte ha ritirato dalla gara i suoi atleti che avevano dei sintomi, il ciclista britannico Geraint Thomas, della squadra Ineos Grenadiers, ha continuato a gareggiare nonostante fosse risultato positivo a un test da Covid-19.

I comitati organizzatori di altre gare sportive hanno attuato dei protocolli più seri, ma anche questa volta a posteriori: dopo che erano stati individuati alcuni casi positivi fra i partecipanti ai Campionati francesi di nuoto (che si sono tenuti fra il 16 e il 21 giugno), la Federazione francese di nuoto ha chiesto ai giornalisti di presentarsi con un test negativo e di tenere le mascherine durante le interviste.

di Redazione IL POST

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