Sono contrari alle quote di impieghi pubblici riservate ai familiari dei reduci della guerra d’indipendenza; almeno 5 persone sono morte negli scontri con la polizia
Martedì in Bangladesh almeno cinque persone sono morte e altre decine sono state ferite negli scontri tra la polizia e i sostenitori del governo della prima ministra Sheikh Hasina da un lato, e gruppi di studenti universitari che stanno protestando contro il governo dall’altro. Le violenze in corso nel paese hanno spinto il governo e le altre autorità competenti a ordinare la chiusura di tutte le scuole e delle università fino a data da destinarsi.
La protesta degli studenti era iniziata circa due settimane fa all’Università di Dacca, la capitale, e si è intensificata tra lunedì e martedì. Riguarda le quote degli impieghi pubblici riservate ai familiari dei reduci della guerra di indipendenza dal Pakistan del 1971. Il sistema delle quote esiste dal 1972. Era stato sospeso nel 2018 con un ordine del governo dopo che gli studenti avevano già protestato in gran numero in tutto il paese. Tuttavia all’inizio di giugno l’Alta corte del Bangladesh ha reintrodotto le quote, dichiarando illegale l’ordine del 2018, dopo averlo esaminato su richiesta delle famiglie dei reduci: con questa decisione ha stabilito che il 30 per cento dei posti di lavoro pubblici spetta a loro.
In Bangladesh gli impieghi nel settore pubblico sono molto ambiti perché ben compensati e sicuri. Ogni anno circa 3mila posti di lavoro sono aperti a circa 400mila laureati.
Secondo gli studenti il sistema delle quote è discriminatorio e dovrebbe essere sostituito con criteri di merito. Gli studenti criticano inoltre il governo perché il sistema delle quote favorirebbe i sostenitori della Lega Awami, il partito di Hasina, cioè quello che guidò il movimento per l’indipendenza dal Pakistan. Martedì la prima ministra, che governa il Bangladesh dal 2009, ha difeso il sistema delle quote dicendo che i reduci della guerra d’indipendenza devono ricevere la massima forma di rispetto per il loro impegno, a prescindere dalle loro idee politiche.
Lunedì e martedì grandi manifestazioni di protesta studentesche che hanno coinvolto migliaia di persone sono state organizzate a Dacca, a Chattogram, una città nel sud-est del paese, e a Rangpur, che invece si trova nel nord, e in molte località del paese ci sono stati scontri tra gli studenti e la polizia. A Dacca gli studenti hanno bloccato strade e ferrovie. La partecipazione alle proteste è così ampia che anche le studentesse vi stanno prendendo parte, una cosa inconsueta – le studentesse universitarie non hanno il permesso di uscire dai propri dormitori dopo le 21.
Martedì sera il governo ha ordinato la mobilitazione di un gruppo paramilitare per cercare di tenere sotto controllo la situazione. Contemporaneamente Facebook, la piattaforma social più usata dagli studenti per organizzare le manifestazioni e condividere informazioni, è diventato parzialmente inaccessibile in Bangladesh.