AGI – Nei prossimi anni, la penisola islandese di Reykjanes potrebbe essere interessata da eruzioni vulcaniche ricorrenti.
Questo è quanto suggeriscono gli scienziati dell’Università di Uppsala e di altre istituzioni di ricerca, che hanno pubblicato un articolo sulla rivista Terra Nova per rendere noti i risultati del proprio lavoro. Il team, guidato da Valentin Troll, ha valutato le eruzioni che dal 2021 si sono manifestate nell’area di Svartsengi-Fagradalsfjall-Krsuvi’k, in Islanda. Il gruppo di ricerca ha considerato le informazioni provenienti da terremoti locali e i dati geochimici sul magma. Gli scienziati hanno quindi confrontato le eruzioni e gli eventi storici per anticipare il rischio di eventi eruttivi nei prossimi anni. Il team ha scoperto dettagli importanti sui processi geologici legati alle eruzioni vulcaniche verificatesi negli ultimi anni. Storicamente, riportano gli studiosi, l’Islanda è interessata da eruzioni vulcaniche ogni tre-cinque anni. Dal 2021, però, è stato osservato un periodo di attività potenzialmente esteso sulla penisola di Reykjanes.
“I nostri modelli – riporta Troll – suggeriscono che le eruzioni potrebbero continuare con una frequenza costante nel prossimo futuro, ponendo un rischio considerevole per la popolazione locale, per le infrastrutture e i centri abitati”.
I dati geochimici e sismici indicano che le eruzioni sono alimentate da un serbatoio di magma condiviso a circa 9-12 km di profondità sotto Fagradalsfjall, piuttosto che da fonti separate o da un serbatoio più grande. “Questo è il motivo alla base per cui nei prossimi anni o addirittura decenni è ragionevole ipotizzare uno schema ricorrente di eruzioni – conclude Frances Deegan, altra firma dell’articolo – i nostri risultati forniscono informazioni preziose per anticipare e gestire la futura attività vulcanica nella penisola di Reykjavik. È importante essere preparati in caso di eventi eruttivi”.