In un contesto dove l’inflazione continua a erodere il potere di acquisto, più della metà dei rispondenti indica che la propria azienda non è intervenuta a sostegno dei salari
Italiani insoddisfatti del proprio stipendio e non solo. Per il nono anno consecutivo, l’osservatorio JobPricing, anche per quest’anno in collaborazione con InfoJobs, indaga sul panorama della soddisfazione salariale in Italia.
Quest’anno, oltre 4.400 lavoratori hanno condiviso le loro percezioni attraverso una survey online declinata su sei dimensioni principali:
1) equità (sono pagato il giusto rispetto al mio ruolo e rispetto agli altri);
2) competitività (sono pagato in linea col mio valore di mercato);
3) performance e retribuzione (sono pagato in proporzione al mio contributo individuale);
4) trasparenza (capisco e ho chiari i criteri di politica retributiva del mio datore di lavoro);
5) fiducia e comprensione (condivido i criteri di gestione delle retribuzioni della mia azienda);
6) meritocrazia (le ricompense vanno davvero a chi se le merita).
Nonostante un leggero incremento nella soddisfazione complessiva, registrato a 4 su 10, prevale una marcata e persistente insoddisfazione, particolarmente accentuata tra coloro che ricevono esclusivamente una retribuzione fissa. Questo fenomeno evidenzia l’urgente necessità per le aziende di adottare un approccio più ampio alla retribuzione, che integri benefit, incentivi variabili e gli altri elementi tipici dei modelli di Total Reward.
In un contesto dove l’inflazione continua a erodere il potere di acquisto, nonostante un aumento medio delle retribuzioni dell’1,8%, più della metà dei rispondenti indica che la propria azienda non è intervenuta a sostegno dei salari. Questa discrepanza tra le aspettative dei lavoratori e le politiche retributive applicate dalle aziende aumenta la sensazione di insicurezza e di insoddisfazione ed evidenzia una crescente richiesta di trasparenza, equità e riconoscimento del merito.
La meritocrazia
Il rapporto rivela infatti un ampio dissenso riguardo alla mancanza di meritocrazia nelle pratiche aziendali. L’indice di soddisfazione relativo alla percezione di meritocrazia, che si attesta a soli 3,4 su 10, denota una diffusa insoddisfazione verso i criteri di riconoscimento e promozione interni. Questa situazione compromette anche la comprensione e l’accettazione delle politiche retributive da parte dei dipendenti, aggravando la percezione di ingiustizia. A livello di genere, in media le donne sono più insoddisfatte rispetto agli uomini in tutte le dimensioni esaminate, sollevando questioni di equità e meritocrazia che richiedono urgenti attenzioni e interventi mirati da parte delle aziende per garantire un ambiente di lavoro inclusivo e paritario.
Guardando al futuro, la fiducia espressa da circa la metà dei partecipanti verso un miglioramento delle prospettive lavorative nel 2024 rappresenta un segnale positivo, anche se le aspettative sul fronte salariale rimangono moderate. Questo dualismo riflette la complessità del panorama lavorativo attuale, dove il desiderio di un ambiente lavorativo migliore convive con la consapevolezza delle sfide economiche persistenti.
Il ‘Salary satisfaction report 2024’ chiama le aziende all’azione, sottolineando l’urgenza di adottare politiche retributive che tengano conto della realtà economica e delle aspettative dei lavoratori. L’importanza di un approccio al ‘Total Reward’ che valorizzi gli elementi tangibili e intangibili, come benefit, opportunità di crescita professionale e un ambiente lavorativo stimolante, si rivela cruciale per aumentare la soddisfazione dei dipendenti e affrontare le problematiche di equità e meritocrazia. L’obiettivo è di promuovere non solo la soddisfazione retributiva ma anche il benessere generale e l’engagement dei dipendenti, fondamentali per la competitività aziendale in un mercato in costante evoluzione. In conclusione, il report invita a un ripensamento delle strategie retributive, ponendo le basi per un dialogo costruttivo tra lavoratori e datori di lavoro volto a promuovere un ambiente lavorativo equo, inclusivo e motivante.
Secondo Nicole Boccardini, senior consultant in JobPricing, “anche quest’anno, emerge con chiarezza che la soddisfazione sul lavoro non è unicamente determinata dal denaro, confermando un trend osservato sin dall’edizione del 2015. Sebbene la retribuzione fissa rivesta un ruolo significativo, il ‘Salary satisfaction report’ dimostra inequivocabilmente che sono gli elementi intangibili a fare la differenza: rapporto con colleghe/i e superiori, equilibrio tra lavoro e vita personale, e opportunità di sviluppo e formazione sono fattori cruciali che influenzano positivamente il livello di soddisfazione di lavoratrici e lavoratori”.
“Quanto emerso -continua- non fa altro che sottolineare l’importanza di un approccio completo alla remunerazione, abbracciando il concetto di total reward, che considera sia gli aspetti monetari che quelli non monetari per favorire il benessere complessivo di lavoratrici e lavoratori. Promuovere un equilibrio tra vita lavorativa e personale è cruciale non solo per il benessere individuale, ma anche per il successo globale delle organizzazioni. Non da ultimo, è evidente che le differenze di genere continuano a influenzare la soddisfazione salariale, con le lavoratrici generalmente più insoddisfatte degli uomini. Questo sottolinea l’importanza di implementare politiche retributive equilibrate e trasparenti per promuovere l’equità di genere nei luoghi di lavoro”, sottolinea.
Gli studi sulle retribuzioni dell’osservatorio JobPricing sono resi possibili dagli utenti di StipendioGiusto.it, che ogni giorno confrontano le proprie retribuzioni con il mercato. StipendioGiusto.it è la piattaforma dell’osservatorio JobPricing che orienta i lavoratori nel complesso mondo delle retribuzioni. Quest’anno, e per la seconda volta, ha collaborato alla distribuzione della survey anche InfoJobs, la piattaforma leader in Italia per la ricerca di lavoro online. Gli utenti della job board hanno partecipato attivamente all’indagine lasciando il loro contributo.