La Corte Costituzionale ha bocciato la legge del Veneto che nega le case popolari a chi non abita nella regione da più di 5 anni

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Luca Zaia (ANSA/ANGELO CARCONI)

Lunedì una sentenza della Corte Costituzionale, il più importante organo giudiziario italiano, ha stabilito l’illegittimità costituzionale (ossia la non conformità ai principi sanciti dalla Costituzione) della legge del Veneto che vieta alle persone italiane o straniere che non risiedono da almeno cinque anni nel territorio della regione di accedere agli alloggi della cosiddetta edilizia residenziale pubblica, ossia le case popolari.

La Corte ha scritto che collegare l’accesso all’edilizia residenziale pubblica alla necessità di risiedere in maniera prolungata in Veneto è «irragionevole», perché chi versa in stato di bisogno non ha la possibilità di risiedere per cinque anni nello stesso posto e, anzi, spesso ha necessità di trasferirsi da un luogo all’altro per cercare lavoro. Inoltre, sempre secondo la Corte, il requisito contrasta con il principio di eguaglianza sostanziale (il principio costituzionale secondo cui le leggi, anche se formalmente uguali per tutti, dovrebbero prevedere delle norme speciali per proteggere le categorie più deboli), perché andrebbe contro la «destinazione sociale» propria dell’edilizia residenziale pubblica.

Il presidente del Veneto Luca Zaia ha detto di non condividere la sentenza perché in Veneto è stato scelto di premiare «chi, cittadino italiano o cittadino straniero non fa differenza, nella nostra terra ha un progetto di vita». Zaia ha anche detto che la legge era stata approvata per favorire inclusione e senso di comunità, pensata per chi vuole stabilirsi in Veneto con la propria famiglia e non per chi arriva e «pretende gli stessi diritti di chi risiede in Veneto da tempo».

Redazione IL POST

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