Se ne sono lamentati anche i Coldplay dopo avere fatto due concerti nella capitale delle Filippine: gli ingorghi sono la norma e il trasporto pubblico è vecchio e insufficiente
Fra venerdì e sabato i Coldplay hanno fatto due concerti a Manila, la capitale delle Filippine. Durante entrambe le serate il cantante e leader del gruppo, Chris Martin, ha fatto riferimento alla caotica situazione del traffico della città asiatica, la cui area metropolitana è abitata da oltre tredici milioni di persone. Martin ha detto: «Abbiamo visto parecchie città con problemi di traffico, ma voi probabilmente siete i numero uno nel mondo». Il giorno dopo, nel secondo concerto, Martin ha improvvisato una canzone proprio sul traffico della capitale, che diceva: «Se volete andare in auto da qualche parte vi avverto: per fare 2 miglia (3 chilometri) ci possono volere una settimana o due. Se volete andare a casa per fare una doccia, vi concedo un anno e mezzo».
Il problema del traffico ha provocato anche una grande polemica politica che ha coinvolto il presidente filippino Ferdinand “Bongbong” Marcos Jr., figlio dell’ex dittatore filippino Ferdinand Marcos. Alcune foto pubblicate sui social network hanno rivelato che il presidente e la sua famiglia avevano utilizzato un elicottero per raggiungere l’impianto dove si teneva il concerto, a Bulacan, nel nord della città: si erano poi giustificati dicendo che il troppo traffico aveva reso il trasferimento non sicuro per il presidente (non è inusuale che le classi più agiate di Manila usino elicotteri privati per spostarsi, proprio per evitare il traffico). Marcos Jr. è stato poi accusato di uso improprio di fondi pubblici.
Secondo varie classifiche degli ultimi anni la situazione del traffico a Manila è fra le peggiori in Asia e al mondo: la più recente, pubblicata dall’azienda di navigatori satellitari Tom Tom e basata sulle rilevazioni dei propri software nel 2023, ha definito l’area metropolitana di Manila come la più congestionata al mondo.
Le esagerazioni di Martin hanno divertito il pubblico, ma il problema del traffico a Manila esiste da anni ed è particolarmente serio. Nell’area metropolitana servono oltre 25 minuti di media per compiere un tragitto di 10 chilometri: la media è calcolata su tutta la giornata e non sugli orari di punta, in cui i tempi sono notevolmente maggiori. È il dato che colloca Manila in cima alle classifiche delle metropoli con più traffico, davanti a Lima (Perù), Bangalore (India) e Sapporo (Giappone).
Per avere una dimensione dei ritardi abituali nei trasferimenti bisogna considerare che secondo la stessa classifica a Roma per fare 10 chilometri il tempo impiegato è di 19 minuti, a Milano di 15. Nelle ore di punta la velocità media con cui si viaggia a Manila è di 19 chilometri all’ora, mentre è stato stimato che ogni anno per trasferimenti in quelle fasce orarie si perdano 117 ore nel traffico.
L’Autorità di Sviluppo della città metropolitana di Manila (MMDA) ha contestato i dati di Tom Tom, ma non ha potuto smentire che il traffico nella capitale filippina sia un problema. È una situazione comune a molte megalopoli nel mondo, soprattutto quelle molto cresciute negli ultimi cinquant’anni, ma a Manila la situazione è peggiore che altrove.
La rete stradale è organizzata su cinque grandi arterie circolari (simili ai raccordi anulari di Roma) e una decina di maggiori strade a raggio che le tagliano. Le condizioni medie delle strade non sono ottime ma soprattutto la rete stradale è insufficiente a sostenere il grande numero di veicoli. MMDA valuta che circa 3,6 milioni di veicoli viaggino ogni giorno sui 5.000 chilometri di strade, mentre sul più trafficato dei raccordi circolari, la Epifanio de los Santos Avenue (conosciuta come EDSA) ogni giorno transitano 400mila veicoli, quando la capacità massima è stimata in 300mila.
Questa situazione porta a ingorghi continui (si calcola che ogni giorno sia congestionato il 52 per cento delle strade) e all’impossibilità di stimare tempi affidabili per i trasferimenti.
Alcune caratteristiche rendono il traffico di Manila particolarmente caotico: fra queste lo scarso rispetto del codice della strada. Nelle strade più ampie le limitazioni delle corsie non sono mai rispettate: in una strada a tre corsie è comune vedere cinque auto affiancate più un numero consistente di motorini e tricicli che cercano di infilarsi fra l’una e l’altra: questo crea incidenti e colli di bottiglia. È anche pratica comune fare le cosiddette “inversioni a U” ovunque non ci sia uno spartitraffico, spesso bloccando temporaneamente la circolazione in entrambi i sensi.
Multe e vigili urbani sono rari e comunque insufficienti: una recente sentenza ha inoltre bloccato la possibilità di fare multe senza contestarle immediatamente al guidatore.
Un altro grosso problema è l’assenza di un’alternativa affidabile al trasporto privato: la rete di ferrovie e metropolitane della città e molto limitata, molto affollata e quasi perennemente soggetta a ritardi. Da alcuni anni sono iniziati progetti e lavori per aumentare le tratte e la capacità, che al momento restano però molto inferiori alla domanda.
Anche la gran parte del trasporto pubblico si muove su mezzi a motore all’interno del traffico cittadino: sono bus, minibus e soprattutto jeepney, un mezzo di trasporto tipico di Manila e di altre città delle Filippine. Si tratta di colorate e ampiamente decorate jeep, modificate per il trasporto pubblico. Le jeepney sono eredità del periodo coloniale americano, durato dal 1898 fino agli anni immediatamente successivi alla Seconda guerra mondiale. Quando l’esercito statunitense lasciò le Filippine nel 1946 centinaia di jeep militari in eccesso furono vendute a cittadini filippini che iniziarono a usarle come taxi collettivi. Dal modello di quei mezzi si sviluppò poi un sistema di trasporto pubblico con vetture simili a jeep modificate: si stima che ce ne siano circa 200mila nel paese con una più alta concentrazione a Manila.
Le jeepney hanno tragitti prefissati e una corsa è molto economica: può costare intorno ai 20 centesimi. Secondo i dati del ministero dei Trasporti circa il 40 per cento di chi usa mezzi pubblici lo fa salendo su una jeepney. Sono prevalentemente mezzi a gasolio e molto inquinanti, oltre che voluminosi per il traffico: Manila è anche per questo una delle città più inquinate al mondo.
Nel 2017 il governo promosse una legge che imponeva di sostituire i mezzi che avevano più di 15 anni con nuovi minibus, più moderni e capienti e meno inquinanti. Il cambio doveva diventare effettivo entro fine 2020 ma poi fu posticipato tre volte per la pandemia. A fine dicembre, in prossimità della nuova scadenza, alcune centinaia di autisti di jeepney hanno proclamato uno sciopero di 12 giorni con saltuari blocchi (ulteriori) del traffico. Hanno ottenuto una proroga di un altro anno. Spesso questi autisti sostengono di non avere i mezzi economici per acquistare i nuovi minibus, per cui serve un investimento di 50mila euro. Il governo ha promosso la creazione di cooperative, ma il “pensionamento” delle jeepney è visto negativamente anche da molti degli utenti, che temono un aumento dei prezzi delle corse.
Il cambio del parco delle auto del trasporto collettivo non risolverà comunque il problema dell’inquinamento e tantomeno quello del traffico. Al momento il mercato immobiliare di Manila segnala la nascita di nuovi quartieri, destinati a una clientela più ricca, che sorgono non nelle zone considerate migliori della città, ma in quelle meglio collegate da arterie stradali di solito meno trafficate.
Redazione Il Post