Ha sbagliato fermata dell’autobus, scendendo a Coccolia anziché a Villanova di Ravenna. Poiché affetto da sordità, un giovane poco più che ventenne ha scritto su un foglio di carta dell’errore all’autista, il quale l’ha comunque fatto scendere, abbandonandolo a se stesso. A riferire la vicenda è l’Ens, Ente Nazionae Sordi, che parla di “spiacevole episodio accaduto lo scorso 29 dicembre ai danni di una persona sorda”. Residente a Villanova di Ravenna, si era recata a Ravenna il 29 pomeriggio per assistere all’assemblea dell’Ens provinciale.
“A conclusione dell’assemblea – spiega la presidente provinciale Ens, Loretta Ciotti –, la persona sorda ha preso il solito autobus, linea 157-158 per Villanova. Purtroppo, a causa di una distrazione dovuta a un problema familiare, la persona sorda non è scesa alla fermata prevista, accorgendosi dell’errore solamente a fine corsa, quando l’autobus ormai si trovava a Coccolia.
La persona sorda ha provato a comunicare con l’autista, scrivendo su un foglio la sua destinazione, Villanova di Ravenna. L’autista gli ha fatto capire di aver mancato la fermata e l’ha fatto scendere a Coccolia. Erano ormai le 19, era buio e non c’era nessuno a cui potersi rivolgere e, nonostante questo, l’autista ha lasciato la persona da sola alla fermata, senza assicurarsi che avesse modo di tornare a casa in sicurezza”.
A quel punto il giovane, non potendo parlare, in ciò non agevolato dal fatto di essere anche straniero, si è sentito smarrito. “Si sentiva spaesato – prosegue Ciotti – e non sapeva dove si trovava, non c’era nessuno a cui chiedere aiuto e, anche se avesse trovato qualcuno, avrebbe avuto immense difficoltà a comunicare e farsi aiutare. Inoltre quella era l’ultima corsa, per la linea 157, della giornata”. Alla fine il giovane ha contattato l’Ens di Ravenna che, grazie al supporto di alcuni volontari, è riuscito a organizzare una macchina per prenderlo e riportarlo a casa.
“Siamo rimasti tutti basiti – commenta Ciotti – dal comportamento dell’autista che non ha cercato di aiutare la persona sorda, né personalmente, magari offrendosi di accompagnarla al deposito degli autobus per poi utilizzare un mezzo alternativo per accompagnarla a casa, né cercando supporto esterno, magari chiamando le forze dell’ordine o qualcuno che potesse aiutarlo e assicurarsi che tornasse in sicurezza a casa. Ha semplicemente aperto le portiere e chiesto alla persona sorda di scendere lasciandola da sola, al freddo, al buio in un paesino sperduto di campagna.
Non ci era mai capitata una situazione simile e siamo tutti molto amareggiati”.
Redazione Il Resto del Carlino – Ravenna