Immobilizzato dal dolore dopo antibiotico segnalato dall’Aifa

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Insegnate maceratese chiede aiuto a Schillaci e Locatelli

“Qualcuno mi aiuti a guarire e l’appello che rivolgo al ministro della salute Schillaci e alla ministra per le disabilità Locatelli è che lo Stato non mi lasci solo in questa odissea, perché la mia vita è distrutta”: a parlare all’ANSA è Fabrizio Gentili, 47 anni, sposato e padre di due figlie, docente di fisica e matematica al liceo scientifico “Galilei” di Macerata.

“Il mio calvario di dolore fisico e morale – racconta l’uomo di Serrapetrona, ma che vive a Tolentino (Macerata) dal sisma di 7 anni fa – inizia nel luglio del 2022, da quando ho assunto un antibiotico della famiglia dei fluorochinolonici a seguito di un’infezione alle vie urinarie” “Farmaco che mi viene prescritto dal medico di famiglia su indicazione dell’urologo” sul quale però c’è un allerta dell’Aifa del 2019, per “reazioni avverse anche gravi e invalidanti al sistema muscoloscheletrico e al sistema nervoso”.

A causa della gravità di tali reazioni in soggetti fino ad allora sani, l’Aifa aveva raccomandato massima cautela nella prescrizione. “Io che ero un super atleta, nel giro di poche settimane dall’assunzione mi sono ritrovato sulla sedia a rotelle – racconta l’insegnante -. Gli effetti collaterali dell’antibiotico si sono manifestati tutti con grande violenza ai tendini del mio corpo, al punto da non stare in piedi e non sostenere nemmeno le braccia, tanto che mia moglie era costretta a imboccarmi”. “Inizio un lungo peregrinare per gli ospedali delle Marche e anche fuori regione, ma nessuno mi ha mai certificato che il mio stato di salute fosse strettamente correlato agli effetti indesiderati dell’antibiotico” e secondo Gentili questo “di fatto mi impedisce di accedere a qualsiasi forma di assistenza sanitaria”.

“Dopo 17 mesi di malattia e quindi con uno stipendio fortemente ridimensionato – aggiunge -, da qui a poco tempo dovrò fare i conti anche con una situazione economica complicata”. “Mi rivolgo ai ministri perché mi aiutino a trovare una strada che mi consenta di guarire, so che ci sono delle cure sperimentali ma sono molto costose, ecco spero che lo Stato non mi abbandoni”, dice ancora il docente. Al momento Gentili non ha mosso alcuna azione legale e spera che il Servizio sanitario nazionale e quindi le istituzioni si facciano carico della sua vicenda: “Nelle mie condizioni ho scoperto esserci un esercito di alcune migliaia di persone in Italia, non possiamo essere dimenticati al nostro calvario”, conclude il professore.

Red Ansa

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