Regione Lombardia tagli i fondi per la non autosufficienza

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Con la delibera n. 1669 approvata dalla Giunta regionale il 28 dicembre 2023, dal 1° giugno 2024 più di 7mila persone con disabilità grave o gravissima vedranno ridursi il sussidio per l’assistenza famigliare da 650 a 400 euro mensili.

Padova, 2 gennaio 2024 – A nulla è valso in queste settimane il lavoro di richiamo di tante associazioni lombarde nei confronti dell’Assessorato alla Famiglia e Solidarietà sociale: il 23 dicembre 2023 la Giunta di Regione Lombardia ha deliberato all’unanimità il taglio sulle Misure B1 e B2 relative alla disabilità gravissima e grave, finanziate da risorse statali del Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza (FNA) e con risorse regionali. Una decisione che colpisce duramente il sostegno ai caregiver familiari, cioè quelle persone che da sole, ogni giorno, assistono chi ha una disabilità grave o gravissima. A partire dal 1° giugno 2024 infatti, più di 7mila persone con gravissima disabilità che vivono in Lombardia vedranno decurtare da 650 a 400 euro mensili il proprio contributo per l’assistenza domiciliare. Questa situazione coinvolge altre 10mila persone con grave disabilità, che ricevono contributi per la loro assistenza dai Comuni

«Siamo molto delusi perché in questi mesi abbiamo sottolineato più volte la situazione ma le criticità sono state ignorate – commenta Marco Rasconi, Presidente nazionale UILDM – abbiamo ribadito più volte negli anni che il caregiver è una risorsa fondamentale che ha bisogno di protezione e aiuto: questa delibera pone in difficoltà chi si occupa delle persone con disabilità e le persone con disabilità stesse, sottraendo risorse a una risposta fondamentale e insostituibile. Ancora una volta le famiglie che hanno a che fare con una disabilità grave o gravissima sono messe in grave difficoltà. UILDM si unisce a AISLA, Ledha e alle realtà del Terzo Settore che si sono già espresse su questa situazione per chiedere un intervento immediato – anche da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali – per poter garantire almeno la continuità degli interventi in atto e non peggiorare ancora.».

Stando a quanto comunicato dalla Regione, la parte di contributo economico ridotto verrà convertito in servizi erogati dai Comuni. Un piano di assistenza insufficiente perché tali servizi non possono coprire in modo adeguato i bisogni di una persona con disabilità grave. Un esempio? Il costo orario del personale messo a disposizione dalla Regione ai Comuni, per garantire assistenza igienico-sanitaria a una persona completamente paralizzata, non copre nemmeno tre giorni al mese.

Come è possibile, con dati e numeri di questa portata, poter solo pensare di essere liberi di scegliere come organizzare la propria vita? Dare risposte a queste famiglie e alle persone con disabilità grave e gravissima è un’urgenza sia di ordine pratico e concreto ma anche culturale. Mettere al centro le persone significa garantire prima di tutto la loro dignità. Anche UILDM lancia quindi l’appello al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali perché risponda positivamente alla richiesta di Regione Lombardia di poter rinviare l’attuazione di quanto previsto dal Piano nazionale per la non autosufficienza.

UILDM nasce nel 1961 con l’obiettivo di promuovere l’inclusione sociale delle persone con disabilità, attraverso l’abbattimento di ogni tipo di barriera, e sostenere la ricerca scientifica e l’informazione sulle distrofie e le altre malattie neuromuscolari. Ha una presenza capillare sul territorio grazie alle 66 Sezioni locali, i 3.000 volontari e i 10.000 soci, che sono punto di riferimento per circa 30.000 persone. UILDM svolge un importante lavoro in ambito sociale e di assistenza medico-riabilitativa ad ampio raggio, gestendo anche centri ambulatoriali di riabilitazione, prevenzione e ricerca, in stretta collaborazione con le strutture universitarie e socio-sanitarie.

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Ufficio stampa UILDM
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Chiara Santato
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