Pesce stampato in 3D e carne sintetica, il parere dell’esperto

0
769 Numero visite

Un salmone vegano stampato in 3D e carne sintetica creata in provetta: sono questi alcuni dei nuovi alimenti che potremo mangiare in Italia. Ma se sulla carne c’è ancora un veto, il salmone 3D arriverà in italia a ottobre tramite l’azienda Revo Foods

  • Tra i nuovi alimenti che potrebbero arrivare sulle tavole degli italiani ci sono il salmone vegano stampato in 3D e la carne creata in provetta. Ma se in quest’ultimo caso c’è un muro che va dal Governo alla Coldiretti a ostacolarne il cammino, nel primo invece la novità arriverà a ottobre grazie all’azienda Revo Foods che ha creato ‘The Filet’
  • Mauro Minelli, responsabile per il Sud della Fondazione italiana di medicina personalizzata, si è chiesto “quale impatto e quale valore può avere il consumo quotidiano di questi alimenti per chi vegano non è e per chi si industria ad applicare alle dinamiche della nutrizione umana le complesse e intriganti interazioni con il mondo del microbiota intestinale che dalla ricchezza di un’alimentazione eterogenea ma calibrata trae la propria straordinaria e riconosciuta funzione salutistica”, ha spiegato all’Adnkronos Salute
  • Ma che cos’è il salmone vegano che arriverà a ottobre? Si tratta di un salmone creato artificialmente, anzi letteralmente ‘stampato’ in tridimensione “grazie ad un robot multifunzione capace di aggregare, in un composto che assomiglierebbe ad un trancio di salmone, estratti di alghe e di proteine vegetali
  • “La creazione 3D vegana – ha spiegato Minelli – sembrerebbe perfino appetitosa ed il trancio di pesce sarebbe privo di tutti i rischi del prodotto ittico reale, come metalli pesanti e microplastiche di cui purtroppo gli animali marini si nutrono nelle acque contaminate e che non di rado finiscono nei nostri piatti”
  • L’autore del libro ‘Il segreto della salute – Microbiota sano e corretta alimentazione’ ha sottolineato che “sul piano dell’alternativa vegana, lo pseudo-salmone si fa apprezzare per il suo contenuto, oltre che di proteine presenti in quantità di circa 10 grammi in 100 grammi di prodotto, anche e soprattutto per il ricco patrimonio di acidi grassi omega-3, distribuiti tra Epa e Da e provenienti dalla microalga Schizochytrium sp
  • Secondo Minelli, “per non alterare la cartina tornasole della nostra salute, rappresentata dal regolare assetto quali-quantitativo del patrimonio di ospiti microscopici che vivono nell’intestino, a oggi sono molteplici le evidenze cliniche secondo le quali è necessario alimentarsi come i nostri antenati seguendo i dettami della dieta mediterranea”. Questo perché la composizione e l’attività metabolica del microbiota è fortemente dipendente dalle abitudini alimentari, conformandosi agli eventuali cambiamenti degli stili alimentari”
  • Secondo l’esperto però non si può da una parte vantarsi “di essere della dieta mediterranea creatori, cultori e strenui promotori”, e dall’altra “farci abbagliare dall’idea di un ‘nuovo’ che, seppur teoricamente ammiccante, risulta basato su un asset scientificamente scorretto considerando l’indubitabile necessità di fornire alla variegata e smisurata coorte dei nostri micropartner metabolici la più ampia disponibilità di macro e micronutrienti”
  • L’equilibrio negli schemi dietetici è sempre da ricercare “non nel cibo prodotto come fosse un farmaco o un integratore – spiega Minelli -, ma nella varietà degli alimenti di stagione e del territorio che storicamente e culturalmente ci appartiene, tenendo ben presente che anche il pesce dovrebbe essere scelto non solo pensando alla sua freschezza o al fatto che sia stato pescato in mare, ma anche considerando la stagionalità e la provenienza”
  • C’è poi da ribadire che “chi non adotta scelte vegane può comunque compiere scelte etiche e sostenibili, magari decidendo di portare sulla propria tavola pesce di stagione che avvantaggia l’ambiente e il suo equilibrio, garantendo la qualità di ciò che si mangia e oltretutto risparmiando”, ha affermato l’esperto
  • Non c’è poi da dimenticare che “l’innovazione tecnologica potrebbe forse trovare applicazioni altrettanto vantaggiose nel supportare il settore ittico mettendolo in condizioni di operare con competenza e profitto, utilizzando le migliori attrezzature e le strategie più tecnologicamente avanzate nel rispetto della sostenibilità, della qualità e della sicurezza alimentare”, ha concluso Minelli

 

Redazione Tg24.Sky

 

L'informazione completa