Liz Carr, una nota attivista per i diritti dei disabili inglese, curerà e presenterà un documentario della BBC sui pericoli del suicidio assistito.
La cinquantunenne è un’attrice comica su sedia a rotelle che  si è sempre battuta contro la legalizzazione del suicidio assistito nel Regno Unito: la vita di malati, disabili, anziani  viene così svalutata.
«Troppe persone disabili avranno vissuto l’esperienza di qualcuno, spesso un completo sconosciuto, che diceva loro: ‘Se fossi come te, preferirei morire’», ha affermato Car. «L’attribuzione di un valore così basso alle nostre vite è stata sancita definitivamente da quando (ai tempi del Covid)  nelle cartelle cliniche di disabili e anziani, senza il loro consenso, è stato inserito l’ordine di ‘non rianimare’.
L’idea che alcune vite non valgono la pena di essere vissute ormai si è diffusa ampiamente. “Questo documentario vuole mettere in discussione questo presupposto e far luce sulle numerose aree grigie in questo dibattito spesso unilaterale”.
Il programma ideato dalla Carr parlerà anche del Canada, dove dal 2016 oltre 40.000 persone sono state uccise tramite suicidio assistito.
A una donna di 31 anni è stato permesso il suicidio assistito perché non riusciva a trovare un alloggio salubre, adeguato alle sue gravi allergie; ai poveri, in genere si prospetta come soluzione il suicidio assistito; a una depressa con istinti suicidari che ha chiesto aiuto è stata prospettata come cura… il suicidio. Di esempi tragici sulla deriva presa dal Canada potremmo farne anche troppi.
Recentemente il Governo ha inviato una  nota  ai medici della provincia canadese del Quebec chiedendo di rispettare i limiti della legge dopo uno scioccante aumento del 54% dei suicidi assistiti in Quebec, tra il 2021 e il 2022, periodo durante il quale si sono verificati almeno 15 decessi per futili motivi.
Del resto, il deputato dell’isola di Guernsey, tra la Francia e la Gran Bretagna, Lester Queripel, ha dichiarato al Comitato per l’assistenza sanitaria e sociale che i problemi finanziari del Paese potrebbero essere risolti  se si introducesse la morte assistita qui sull’isola».

Il risparmio non è solo finanziario, dice Queripel, ma è anche un gesto d’umanità nei confronti dei malati cui verrebbero risparmiate le sofferenze.

Ha anche chiesto al servizio sanitario di calcolare il costo dei farmaci e dell’assistenza sanitaria negli ultimi cinque anni.

Non possiamo dargli torto. I malati costano parecchio alla collettività.

Potremmo tornare alla natura e fare come gli animali: le gazzelle più deboli e fragili finiscono in bocca al leone, quelle forti e sane scappano.

Fonti: Nationalrighttolifenews.orgAlex Schadenberg blog.

Redazione Pro Vita & Famiglia Onlus

 

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