Istat: forte calo della pratica religiosa in Italia mentre Francesco piange le vittime del mare

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Papa Francesco all'Angelus del 13 agosto 2023 (Ansa)

All’Angelus, il Papa esprime dolore e vergogna per le stragi del mare: nuovo appello per i migranti, l’Ucraina e le vittime degli incendi

“Un altro tragico naufragio è accaduto alcuni giorni fa nel Mediterraneo: quarantuno persone hanno perso la vita. Ho pregato per loro. E con dolore e vergogna dobbiamo dire che dall’inizio dell’anno già quasi duemila uomini, donne e bambini sono morti in questo mare cercando di raggiungere l’Europa. È una piaga aperta della nostra umanità. Incoraggio gli sforzi politici e diplomatici che cercano di sanarla in uno spirito di solidarietà e di fratellanza, come pure l’impegno di tutti coloro che operano per prevenire i naufragi e soccorrere i migranti”. Deciso il nuovo appello di papa Francesco all’Angelus di oggi che, in qualche modo, si ispira anche al Vangelo che racconta di Gesù che nella notte cammina sulle acque del lago – chiamato anche mare di Tiberiade – e salva l’apostolo Pietro che stava per affondare.

Guerra e incendi

Con i migranti, altri due temi occupano di continuo la mente di Francesco: la pace e, di questi tempi, la minaccia degli incendi estivi che provocano morti e distruzione in varie parti del mondo. “Domani, vigilia della festa di Maria Santissima Assunta in Cielo, – informa il papa – avrà luogo a Bafoussam, in Camerun, il pellegrinaggio per chiedere la pace nel Paese, ancora afflitto dalla violenza e dalla guerra. Uniamoci in preghiera ai nostri fratelli del Camerun affinché, per intercessione della Vergine, Dio sostenga la speranza del popolo, che soffre da anni, e apra vie di dialogo per giungere alla concordia e alla pace. E preghiamo – aggiunge – anche per la martoriata Ucraina, che soffre tanto per questa guerra. Desidero anche assicurare la mia preghiera per le vittime degli incendi che hanno devastato l’isola di Maui, nelle Hawaii”.

I documenti dell’Istat

Singolare la spiegazione del Vangelo che mostra come Gesù debba essere il centro della fede cristiana. Riscoprirlo potrebbe essere una risposta per arginare la diminuzione costante, quasi inesorabile – come documenta l’ultima statistica dell’Istat sul calo della pratica religiosa in Italia. La ricetta di Francesco non è di tipo sociologico ma di fede chiamata a riscoprire l’unico cosa importante: farsi discepoli del Vangelo di Gesù.

Discepoli e forze maligne

Egli, riassume il papa, “di notte, cammina sulle acque del lago di Galilea incontro ai discepoli che stanno compiendo la traversata in barca. Dietro al camminare sulle acque c’è un messaggio non immediato da cogliere per noi. A quel tempo, infatti, le grandi distese d’acqua erano ritenute sedi di forze maligne non dominabili dall’uomo; specialmente se agitati dalla tempesta gli abissi erano simbolo del caos e richiamavano le oscurità degli inferi. Ora, i discepoli si trovano nel mezzo del lago al buio: in loro c’è la paura di affondare, di essere risucchiati dal male. E qui arriva Gesù, che cammina sulle acque, cioè sopra quelle forze del male, e dice ai suoi: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!», Camminando sulle acque Gesù vuole darci un segno: le potenze maligne, che ci spaventano e non riusciamo a dominare, con Gesù vengono ridimensionate. Lui, camminando sulle acque, vuole dirci: “Non avere paura, io metto sotto i piedi i tuoi nemici”: non le persone! non sono quelle i nemici, ma la morte, il peccato, il diavolo: questi nemici Egli calpesta per noi”.

Il calo della pratica religiosa

Molto si dibatte in genere sul calo della pratica religiosa certificata dall’Istat, aumentata specialmente dopo l’esperienza del Covid. I dati più recenti (e attendibili) sulla pratica religiosa in Italia riguardano l’anno 2022 (anno perlopiù libero dalle restrizioni del lockdown) e illustrano il seguente scenario: chi partecipa ad un rito religioso almeno una volta alla settimana (per i cattolici, la messa alla domenica) è circa il 19% della popolazione; per contro, sono assai più numerosi quanti in quell’anno non hanno mai frequentato un luogo di culto (31%), se non per eventi particolari, come i riti religiosi di passaggio (battesimi, matrimoni, funerali). I dati Istat sulla pratica religiosa non riguardano soltanto le chiese e le messe cattoliche; ma, per la particolare configurazione religiosa del nostro paese, nel quale ancor oggi circa il 70% della popolazione dichiara un’appartenenza al cattolicesimo- rileva il sociologo cattolico Franco Garelli nel suo commento su Settimana – sono ampiamente applicabili a ciò che succede in campo cattolico.

Un calo costante

In 18 anni (dal 2001 al 2019), i praticanti regolari sono diminuiti di poco meno di un terzo; mentre nel solo triennio (2019-2022) il loro numero è sceso del 25%. Vistosa la diminuzione della pratica tra i giovani e adolescenti: i praticanti assidui tra gli adolescenti sono passati dal 37% del 2001 al 20% del 2019 e al 12% del 2022; mentre, tra i 18-19 anni, la pratica regolare che coinvolgeva nel 2001 il 23% dei soggetti, è scesa al 11% dei casi nel 2019 e all’8% nel 2022. Ovunque (sia al Centro-Nord che al Sud) i praticanti regolari sono diminuiti grossomodo del 45-50% nel periodo 2001-2022. Nell’ultimo anno di rilevazione (il 2022), la pratica regolare coinvolge in Italia il 15% della popolazione maschile e il 22% della popolazione femminile.

Inascoltati i richiami del Papa

Insomma, l’impressione di fondo -osserva taluno – è quella di un trend al ribasso assai consistente, che non si arresta nemmeno di fronte ai richiami religiosi di un papa (come quello attuale) che gode di un buon credito pubblico. “Il Signore – osserva il papa a commento del Vangelo odierno – sa che la barca della vita, così come la barca della Chiesa, è minacciata da venti contrari e che il mare su cui navighiamo è spesso agitato. Lui non ci preserva dalla fatica del navigare, anzi – il Vangelo lo sottolinea – spinge i suoi a partire: ci invita, cioè, ad affrontare le difficoltà, perché anch’esse diventino luoghi di salvezza, occasioni per incontrare Lui. Egli, infatti, nei nostri momenti di buio ci viene incontro, chiedendo di essere accolto, come quella notte sul lago”.

Fede e statistiche

Le statistiche a Francesco interessano relativamente. Ci sono altri interrogativi che propone: “E come va la mia fede? Credo che Cristo è più forte delle onde e dei venti avversi? Ma soprattutto: navigo con Lui? Lo accolgo, gli faccio posto nella barca della vita, mai solo, sempre con Gesù, gli affido il timone?”. La speranza che lo anima e che ha presentato nella recente Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) di Lisbona, l’ha rinnovata oggi salutando gruppi di giovani con le loro bandiere presenti in Piazza san Pietro, invitati a andare oltre una prospettiva di vita autoreferenziale. Mettersi in cammino per crescere nel servizio verso gli altri. “Saluto in particolare alcuni gruppi che hanno partecipato alla Giornata della Gioventù a Lisbona… Sono tanti! Vedo bandiere… Polonia, Messico, Argentina, Italia, Salvador, tanti! I sacerdoti e i giovani di El Salvador che sono così forti; gli studenti dell’Università Iberoamericana di Puebla, Messico; e i giovani di Taiwan. Buon cammino!”. Un cammino che le statistiche non percepiscono e non recepiscono.

di Carlo Di Cicco

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