“Accompagnamento e trasformazione. Sono le due parole chiave che devono sostenere il progetto di vita per le persone disabili.
Dobbiamo creare una cultura nuova, perché a volte gli stereotipi e i pregiudizi continua a prevalere. C’è chi brontola sempre e chi sabota il sistema da dentro. A me San Francesco ha insegnato la seconda strada”.
Così suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio nazionale per le persone con disabilità della Cei, è intervenuta ieri pomeriggio all’incontro “Disabilità e comunicazione: dal pietismo al sensazionalismo” promosso dall’Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede e dal Consiglio nazionale degli utenti a Palazzo Borromeo. Suor Donatello ha ricordato l’esperienza del convengo di Bologna, dove si è lavorato in sinergia con le istituzione e le aziende sul tema del lavoro, e ha precisato che “uno dei grandi compiti da portare avanti è quello di fare rete, mettendo al centro l’uomo”. “Le persone con disabilità devono essere protagoniste”, ha concluso: “L’accessibilità è la condizione minima.
Ma dobbiamo fare molto di più. Le persone disabili sono come hacker che mettono in discussione le nostre sicurezze. Lasciamoci sfidare e cambiamo le cose”.