di Valerio Valeri
La malattia, il Covid, la separazione della figlia che si licenzia per accudirla. Poi gli affitti che non vengono pagati e l’ordinanza di sfratto.
La storia di Renata, nome di fantasia, signora 84enne disabile al 100%, è finita nel peggiore dei modi mercoledì 14 dicembre: l’ufficiale giudiziario ha bussato alla sua porta per la quarta volta e stavolta l’ha fatta uscire.
Disabile di 84 anni sfrattata a Ostia per morosità
Renata, anziana di 84 anni con una disabilità al 100%, completamente allettata, è stata trasportata fuori dalla sua casa al centro di Ostia la mattina di mercoledì 14 dicembre. Ovviamente a farlo sono stati i sanitari del 118, chiamati dal medico che al momento dello sfratto esecutivo ha valutato “trasportabile” la donna, inquilina morosa. Con lei e la figlia quasi settantenne c’era l’Unione Inquilini: “Adesso lei vive in macchina – fa sapere Emamuela Isopo, referente di Ostia e Fiumicino – e speriamo di poterle dare una soluzione immediata. La mamma, invece, è su un lettino inadeguato a casa di amici”.
Il ricorso all’Onu non applicato dal tribunale di Roma
A maggio, su richiesta di Unione Inquilini, era stato presentato ricorso contro lo sfratto all’Alto Commissariato per i Diritti Umani dell’Onu. Ma dalla scorsa estate il Tribunale di Roma ha iniziato ad annullare questi ricorsi. E infatti, come spiega l’avvocato Giuseppe Libutti “precedentemente è stato depositato un ricorso anche al Tribunale – fa sapere -, il quale in un primo momento ha sospeso lo sfratto, per poi, successivamente, ordinare che l’esecuzione venisse ripresa”.
“Domanda di alloggio presentata a marzo, ma ancora non è in graduatoria”
La signora a marzo 2022, aiutata dal sindacato, ha presentato domanda per l’assegnazione di un alloggio popolare: “Ma ovviamente non è stata nemmeno ancora inserita in graduatoria – continua Isopo – anche perché non viene aggiornata da due anni. Prima di quella data non erano nelle condizioni di presentare richiesta, il nucleo era composto anche dal compagno della figlia che contribuiva economicamente, poi si sono separati e lei si è licenziata diventando la caregiver della madre”. E così l’affitto da quasi 10.000 euro l’anno, bollette e condominio esclusi, è diventato insostenibile con la sola pensione d’invalidità: “Quella la usano per andare avanti e pagare, ogni tanto, una badante che dia il cambio alla figlia”, spiega Isopo.
Nessuna strada percorribile: “Il proprietario ha rifiutato i soldi del Comune”
Nei mesi scorsi le due donne hanno provato ad accedere al contributo per morosità incolpevole “ma il padrone di casa ha rifiutato di essere pagato direttamente dal Comune come previsto dal bando – risponde il sindacato – , peccato perché avrebbe ricevuto 12.000 euro e avremmo tamponato la questione. Contributo all’affitto? Non possono partecipare, perché nell’anno precedente non pagavano già, quindi non potevano presentare le quietanze”.
L’avvocato: “Gualtieri era stato diffidato ma non ha risposto”
Come informa Emanuela Isopo “la donna e sua figlia sono in carico dai servizi sociali del X municipio – conclude – ma stamattina (mercoledì 14 dicembre, ndr) non c’era nessuno di loro durante lo sfratto. Abbiamo fatto diversi incontri, anche il mese scorso, facendo presente che ci sarebbe stato lo sfratto e che sarebbe stato eseguito quasi sicuramente. Purtroppo non è stato fatto niente”. L’avvocato Libutti, che segue il caso di Renata e anche gli altri per i quali c’è stata una pronuncia dell’Onu, punta il dito contro il sindaco Roberto Gualtieri: “Era stato diffidato ad adottare tutti gli opportuni provvedimenti – aggiunge – per tutelare la signora in disagio abitativo. In tutto questo tempo nessuna risposta è stata data dal Sindaco a tale diffida”.