Si fingeva muta per l’elemosina, ma parlava

Nel 2019 gli agenti la fermarono e lei dimostrò di non soffrire dei problemi che lamentava. Ieri il processo: assolta per fatto di lieve entità

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Era in via Cavour, con una cartellina tra le mani indicante il simbolo della disabilità e frasi in italiano e in inglese, comunicando a gesti e lasciando intendere ai passanti di essere sordomuta. L’intento era chiaro: chiedere l’elemosina. Ma quando le due persone fermate si sono rivelate essere due agenti della polizia locale, la donna ha cominciato inaspettatamente a parlare, dando così atto di non essere sordomuta.

L’epilogo dell’episodio ha avuto luogo ieri in tribunale: la donna infatti, di nazionalità rumena, è stata assolta dal giudice Tommaso Paone per tenuità del fatto, così come richiesto dalla sua avvocata Simonetta Morgagni. In aula era inoltre presente il vice procuratore onorario Adolfo Fabiani e i due agenti della polizia locale, che hanno ripercorso l’accaduto.

L’episodio risale al 30 maggio del 2019: quel giorno infatti i due uomini erano impegnati in un servizio antidegrado in centro storico, in abiti civili. In via Cavour hanno visto la donna, intenta a fermare i passanti. A quel punto si sono avvicinati e lei ha cercato di chiedere l’elemosina anche a loro, mostrando una cartellina con il simbolo della disabilità, scritte in italiano e in inglese e una serie di nomi affiancati da cifre. A quel punto gli agenti si sono qualificati e hanno mostrato i distintivi, e la donna ha subito iniziato a parlare in spagnolo, dimostrando di possedere l’udito e di essere in grado di esprimersi.

A quel punto, comunicando sia in inglese che in spagnolo, gli agenti hanno portato la donna fino al comando della polizia locale, dove è stata denunciata per esercizio molesto dell’accattonaggio, ovvero l’accusa di cui si è dibattuto ieri in tribunale. Per lei il vice procuratore onorario aveva chiesto 2 mesi di arresto, mentre la difesa l’assoluzione per la tenuità del fatto.

L’episodio di cui si è parlato ieri non è l’unico registrato in città in quel periodo. Sempre nel 2019 infatti, a marzo, due ventenni erano state denunciate dalla polizia locale per lo stesso motivo: in questi caso le giovani avevano avvicinato tre agenti in borghese chiedendo – per iscritto – un’offerta per realizzare un fantomatico ‘centro internazionale per bambini poveri’. Anche in questo caso erano indicate diverse firme e gli importi donati. Anche per loro era arrivata una denuncia in concorso per esercizio molesto dell’accattonaggio.

Sara Servadei

 

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