di Marco Agrusti – Il Mattino
MARENO DI PIAVE – Quei 500 euro che percepiva ogni mese, rappresentavano anche l’ultima briciola d’orgoglio in una vita fatta di sofferenza, sfortuna, un tempo anche di duro lavoro. Il reddito di cittadinanza, per Gianni Furlan (65anni), era il modo per ripagare la generosità di una donna – pensionata – che da circa due anni lo ospita a casa sua a Ramera, frazione di Mareno di Piave. Un contributo, seppur minimo, «dopo anni passati senza dimora», spiega con la voce rotta lo stesso Furlan. Pochi giorni fa, però, al Caf di Pordenone è arrivata la doccia fredda.
IL COLPO
«Non mi hanno rinnovato il reddito e ora sono costretto a vivere con zero euro al mese. Non voglio pesare sulla persona che mi ospita, ma non ho altra scelta», è il grido di dolore del 65enne. Il sostegno statale è stato sospeso per una ragione puramente tecnica. Una burocrazia solerte (in questo caso, mentre in molti altri i controlli sono meno efficaci) ha individuato nella posizione di Furlan un cumulo di redditi. Da due anni, infatti, l’uomo è residente a Ramera con la donna che lo ospita. Lo stato di famiglia parla di due persone e la padrona di casa percepisce un reddito lordo da pensione da 18mila euro. «A valle dell’ultimo controllo – ha raccontato disperato Furlan – ho saputo di non poter più beneficiare del reddito di cittadinanza».
IL PASSATO
Originario di Pasiano di Pordenone, il 65enne è a due anni dalla pensione. Alle sue spalle anche due gravi problemi di salute, che l’hanno portato a «un’invalidità del 72 per cento». In passato un lavoro nel settore del mobile: «Montavo cucine, ma adesso la salute non me lo permetterebbe più», spiega. Anche ieri mattina Furlan ha avuto un appuntamento con la sua assistente sociale: «Niente da fare, il reddito non me lo danno più. O torno sulla strada oppure sono costretto a trovare un lavoretto irregolare». In 36 mesi di sostegno statale, infatti, stando a quanto racconta il 65enne residente a Ramera di Mareno di Piave, «nemmeno una proposta da parte del centro per l’impiego». È iscritto a quello di Conegliano e il percorso legato al reddito di cittadinanza avrebbe dovuto comprendere anche uno dei famosi navigator e le tanto sbandierate proposte occupazionali.
«Invece in tutto questo tempo, nemmeno una proposta. Sono disposto anche a fare il netturbino per 200 euro, mi basta poter aiutare economicamente la donna che mi ospita e che mi ha tolto dalla strada», è l’appello di Furlan.
«Lo Stato – conclude – venga a vedere come sono ridotto a vivere. Ho 65 anni e senza i 500 euro che prendevo ora devo gravare completamente su di una persona anziana».