Dall’Umbria la birra che si fa sentire

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Federica Meninghella

Fra Umbria e Marche, nell’altopiano di Colfiorito, c’è una sorgente di acqua perenne a 800 metri sul livello del mare che sgorga incontaminata dalle viscere della terra, nella culla verdeggiante che restituì le tracce primitive dei Sapiens sull’Appennino.

È l’acqua preziosa da cui è partita l’impresa del folignate Alessandro Mauro Casini, 38 anni, titolare del birrificio artigianale «Colfiorito».

Una doppia sfida, la sua: trasformare quell’acqua in una birra d’eccellenza superando al contempo le proprie difficoltà sensoriali. Alessandro Mauro infatti è il primo mastro birraio italiano – ed europeo – non udente. Nello stabilimento colfioritano di via della Vaccagna, in provincia di Perugia, racchiude ogni giorno in ogni bottiglia talento, sperimentazione e determinazione.

La comunicazione è l’ostacolo più grande: mantenere i contatti con il mondo degli udenti non è semplice. Eppure in soli 10 mesi di attività è riuscito, da solo, a produrre 10 tipi di birra, raggiungendo la capacità produttiva di 1.000 litri al mese. Lo ha fatto curando ogni ambito aziendale in totale autonomia: quello grafico e d’immagine, quello commerciale, quello produttivo e distributivo.

La sua ultima creazione si chiama «Tramontana»; in ogni bicchiere delle sue birre c’è tutto il territorio di Colfiorito, come suggeriscono i nomi. «Tarabuso» è il raro volatile che nidifica nella vicina palude; «Plestia» è la fiorente città preromana dell’altopiano, oggi scomparsa. «Statale 77», «ColfioritIPA», «Aurora», «Palude», e «DiscoVolante »: i luoghi – e le suggestioni – di questa parte dell’Appennino hanno profumi, sapori e colori diversi.

Anche grazie a ingredienti speciali, come il miele di mirto, l’avena e i ceci neri, da cui nasce l’«Invernale».

 

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