Ragazzo disabile viaggia per il mondo grazie ai suoi amici: lo portano in spalla

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di Irene Pastori

Soffrire di una disabilità è una sfida molto impegnativa da sostenere, ma alcune storie sono d’ispirazione per ricordarci sempre che con il giusto spirito e una buona compagnia tutto è possibile. Ne sa qualcosa il giovane Kevan Chandler, un americano di 32 anni affetto da una malattia genetica che interessa la parte del sistema nervoso che controlla il movimento muscolare volontario. Questa condizione lo ha costretto su una sedia a rotelle, ma grazie ai suoi amici Kevan può comunque divertirsi e girare il mondo.

Kevan e i suoi amici di college – Tom Troyer, Philip Keller e Luke Thompson – sono partiti per un viaggio in Europa e hanno lasciato a casa la sedia a rotelle: hanno viaggiato lungo Francia, Inghilterra e Irlanda. Kevan, che ha una laurea in Counceling, è riuscito a visitare anche i luoghi più impervi e non adatti alla sedia a rotelle grazie ai suoi amici. Questi, infatti lo hanno letteralmente trasportato in spalla a turno tramite un’imbracatura realizzata per l’occasione modificando uno di quegli zaini che si usano per trasportare i bambini. Inutile dire che il legame tra di loro è indissolubile e che Kevan affiderebbe la sua vita a ciascuno di loro ad occhi chiusi.

Soddisfatti di com’era andato il primo, il gruppo ha fatto un altro viaggio in Cina. Qui Kevan ha conosciuto Katie, la donna che dopo 2 anni è diventata sua moglie. “Tutti questi viaggi, le mie avventure, Katie… Non avrei vissuto la mia vita senza i miei amici, sono come dei fratelli per me”, ha commentato Kevan. Per questo ha deciso di aprire insieme a loro un sito web e documentare le loro avventure per raccontare tutti i dettagli della storia.

Ispirato dalla generosità e dall’affetto dei suoi amici, Kevan ha anche fondato un’organizzazione senza scopo di lucro dal nome “We Carry Kevan”. “L’obiettivo principale dell’organizzazione no profit è “ridefinire l’accessibilità come uno sforzo cooperativo”. La nostra prospettiva è che la vera accessibilità derivi dalle persone che aiutano le persone. Questo è il messaggio che condividiamo raccontando la nostra storia e avvicinandoci a famiglie e individui (abili e disabili allo stesso modo) che vogliono che ciò accada”, ha spiegato.

Anche tu faresti l’impossibile pur di far stare bene un tuo amico?

 

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