La lettura psico-sociale e relazionale della disabilità, in grado di superare la visione riduttiva e antiquata che indentifica la persona sorda esclusivamente con la propria disabilità, permette lo sviluppo dell’autonomia dei ragazzi non udenti e delle loro famiglie.
di Bianca Martinelli
Lo ha dimostrato la collaborazione ventennale tra l’equipe di psicologi della Cattolica di Brescia e la Fondazione Pio Istituto Pavoni, col progetto che dall’anno scolastico 2002-03 lavora in direzione dell’integrazione scolastica e sociale di bambini e ragazzi sordi, dall’asilo nido all’università, residenti su tutto il territorio provinciale.
«Tra gli elementi distintivi dell’intervento c’è l’adozione di una prospettiva multidisciplinare, basata su una lettura psico-sociale e relazionale della condizione, che supera la visione deficit oriented e quindi il correlato pregiudizio per cui l’handicap sia per forza sinonimo di un limitato potenziale intellettivo o di minori abilità comunicative» spiega Giancarlo Tamanza, responsabile scientifico del progetto che si trova raccontato per interno nel volume L’inclusione scolastica dei bambini e dei ragazzi sordi. Il progetto della Fondazione Pio Istituto Pavoni cura di M. Gennari e G. Tamanza (Erickson Live, 2022 – scaricabile gratuitamente in formato PDF)
«Altro fattore determinante è la progettazione operativa individualizzata, a partire dall’analisi dei differenti bisogni comunicativi tra sordi segnanti, sordi impiantati, protesizzati o con pluridisabilità ma considerando anche tutte le variabili evolutive, psico-emotive, relazionali e socio-culturali connesse ai processi d’integrazione scolastica. Per questo l’erogazione di ogni intervento avviene all’interno di un piano individualizzato» precisa Tamanza.
Per farlo serve mettere in rete risorse personali, cliniche, pedagogiche, sociali e comunitarie, come istituzioni scolastiche e territoriali. Ma anche la famiglia è un interlocutore obbligato.
A partire dal fatto che «il 90% dei ragazzi non udenti cresce con genitori udenti – come fa notare Marialuisa Gennari. – Una distanza importante che pone l’obiettivo di mettere i genitori nella condizione di fare i conti col problema dei figli e di capirne i vissuti».
E proprio le voci, i volti, le testimonianze e i punti di vista di Mattia, Alice, Mario o Ornela – figli e genitori – che hanno vissuto sulla propria pelle tutto, ciò s’intrecciano a quelle dei professionisti nel docu-film “Per un sentire diverso” (regia di Andrea Panni e Nicola Quinzani, 2022 – visibile gratuitamente al link che racconta con linguaggio diretto e divulgativo una complessità di situazioni, relazioni e scelte lontana dai luoghi comuni sulla sordità.
Ne emerge come «la qualità e l’efficacia degli interventi d’inclusione scolastica di persone non udenti non possono essere garantite da un semplice supporto assistenziale, ma richiedono un chiaro fondamento teorico e la messa in campo di un know-how multi-professionale che solo un costante raccordo tra studio e ricerca può garantire» precisa Carlo Fiori, Presidente della Fondazione.
Per questo a partire dall’a.a. 2015-16 è attivo presso la sede di Brescia il master di primo livello Interventi specializzati per il sostegno all’integrazione scolastica degli studenti sordi , promosso da facoltà di Psicologia in collaborazione con l’Alta Scuola di Psicologia Agostino Gemelli (ASAG), l’Istituto Pavoni, l’Ente Nazionale Sordi, l’assessorato alla Pubblica istruzione e servizi sociali del Comune di Brescia, l’Ufficio scolastico territoriale e il dipartimento di Audiologia e foniatria pediatrica degli Spedali civili cittadini.
I risultati del progetto che attualmente non conosce eguali in Italia saranno sintetizzati dopo la proiezione del documentario martedì 20 settembre, alle 17 nel campus di via Garzetta 48, nell’ambito dell’incontro L’inclusione dei bambini e dei ragazzi sordi. Un libro, un film.
Per partecipare è richiesta l’iscrizione via email a eventi.brescia@unicatt.it