Scuola e accessibilità, Fiaba: “Barriere architettoniche riguardano tutti, non solo i disabili”

Il presidente Trieste: "Serva un cambiamento culturale, l'ambiente deve adattarsi alle persone"

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ROMA – “Le barriere architettoniche sono un problema di tutti, non solo delle persone con disabilità. 

di Manuela Boggia

Dobbiamo renderci conto che l’ambiente che creiamo deve dare un servizio alle persone e non devono essere, al contrario, le persone ad adeguarsi all’ambiente. È un grande cambiamento culturale di cui dobbiamo prendere coscienza e il lavoro che Fiaba Onlus fa da venti anni, anche insieme alla Presidenza del Consiglio dei ministri, punta a far capire che l’accessibilità va creata per tutti gli esseri umani perché prima o poi saremo tutti persone a ridotta mobilità e se l’ambiente non è stato creato in modo idoneo per le diversità, non potremo vivere una vita di pari opportunità”. A sottolinearlo alla Dire è Giuseppe Trieste, presidente di Fiaba Onlus, in occasione della cerimonia di premiazione della decima edizione del concorso nazionale ‘I futuri geometri progettano l’accessibilità’, promosso dalla Onlus e dal Consiglio nazionale geometri e geometri laureati, in collaborazione con il ministero dell’Istruzione.

“Il più grande errore che è stato fatto- continua Trieste- è pensare che esistano disabili e normodotati e che le barriere architettoniche riguardino solo le persone con disabilità, in particolare se in carrozzina. Ma non è così perché nel corso della vita tutti possiamo trovarci ad avere difficoltà a muoverci, pensiamo alle donne incinte, a chi deve portare in giro i neonati nel passeggino, a una persona che una mattina si sveglia e magari non riesce a camminare per il cosiddetto ‘colpo della strega’– continua il presidente Fiaba onlus– dunque non è pensabile che se, ad esempio, non c’è l’ascensore non posso andare in quel determinato posto. Ecco allora che l’ambiente deve consentire pari opportunità a tutti gli esseri umani, l’opportunità di potersi relazionare con gli altri e di esprimere le proprie capacità”. È con l’obiettivo di creare un futuro migliore e “abbattere le barriere culturali affinché vengano abbattute anche quelle fisiche”, che nasce il concorso ‘I futuri geometri progettano l’accessibilità’, un’iniziativa patrocinata dal ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili, dall’Anci, dalla Cassa Geometri, dall’Uni – Ente Italiano di Normazione, e realizzata grazie al sostegno di Geoweb SpA, KONE, Topcon Positioning Italy Srl e Vittorio Martini 1866.

Nove gli istituti che sono stati premiati questa mattina a Roma presso l’Aula Magna ‘Bruno Zevi’ della Facoltà di Architettura di Valle Giulia. Protagonisti sono stati gli studenti e le studentesse che, nell’intento di migliorare la fruibilità del loro territorio, hanno individuato un’area della loro città e ne hanno curato gli interventi di abbattimento delle barriere architettoniche o di riqualificazione urbana. Nelle sue dieci edizioni il concorso ha prodotto 240 progetti di abbattimento barriere architettoniche su tutto il territorio nazionale, con oltre 400 istituti coinvolti nell’iniziativa e più di 6.000 studenti e studentesse che hanno imparato a progettare in maniera accessibile.

Tre le categorie previste dal concorso: spazi urbani; edifici pubblici e scolastici; strutture per il tempo libero. Per ‘spazi urbani’ il primo classificato è stato l’Istituto ‘Marinoni’ di Udine; al secondo posto l’Istituto ‘Meucci’ di Casarano; al terzo posto l’Istituto ‘Casagrande’ di Pieve di Soligo. Per la categoria ‘edifici pubblici e scolastici’ il podio ha visto akternarsi l’Istituto ‘Vignarelli’ di Sanluri; l’Istituto ‘Garibaldi-Da Vinci’ di Cesena e l’Istituto ‘Giobert’ di Asti. Infine per la categoria ‘strutture per il tempo libero’ sono stati premiati l’Istituto ‘Radice’ di Bronte; l’Istituto ‘Bramante-Genga’ di Pesaro e l’Istituto ‘Antonietti’ di Iseo.

Ma come sono messi gli istituti scolastici italiani dal punto di vista dell’accessibilità?

“Male- dice ancora Trieste- perché nonostante tutto il lavoro che è stato fatto, c’è ancora una fetta del mondo della scuola che ha la memoria corta. Un tempo- ricorda- se la scuola aveva barriere architettoniche, si invitavano gli studenti disabili ad andare nell’istituto accanto che magari le aveva abbattute. E così oggi ci troviamo moltissime scuole e università che hanno barriere. È un problema culturale, non di volontà. Ancora una volta dobbiamo prendere coscienza del fatto che l’ambiente deve rispondere ed essere accessibile- ribadisce il presidente Fiaba onlus- abbiamo fatto una legislazione moderna che gli altri paesi prendono ad esempio ma facciamo fatica a metterla in pratica e mi auguro che 20 anni di impegno di Fiaba servano per migliorare l’ambiente del futuro”.

Redazione Dire.it

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