È stato commovente il momento di preghiera per l’Ucraina che i vescovi della Conferenza episcopale austriaca, riuniti a Matrei am Brenner per la sessione primaverile della loro assemblea plenaria, hanno avuto due giorni fa nel monastero di Maria Waldrast, una delle più famose mete di pellegrinaggio del Tirolo.
Roberta Barbi – Città del Vaticano
Tra i partecipanti, Yuriy Kolasa, vicario generale ucraino dell’Ordinariato d’Austria per i fedeli di rito orientale: “Mentre siamo qui insieme, i razzi stanno colpendo zone residenziali in tutte le parti dell’Ucraina”, ha detto.
L’accoglienza di 50 bambini sordi
All’interno del gruppo accompagnato da padre Kolasa, composto da madri ucraine con i loro bambini e giovani adulti, anche una cinquantina di bambini sordi attualmente ospitati a Casa Marillac, nella diocesi di Innsbruck: tutti hanno pregato assieme ai vescovi affinché torni la pace nella loro patria. “Ci sono già migliaia di vittime, tra cui donne, bambini e anziani – ha raccontato il sacerdote che viene dall’arcieparchia ucraina di Lviv – una catastrofe umanitaria si sta sviluppando nel Paese, con milioni di persone che fuggono, migliaia di donne e bambini che cercano protezione anche in Austria”. Il sacerdote, parlando a nome dei rifugiati, si è detto “profondamente toccato” dalla grande solidarietà e volontà di aiutare in Austria: “Oggi avete ridato a queste famiglie di rifugiati la loro dignità umana e la gioia di vivere”, ha detto rivolgendosi ai vescovi e ringraziandoli per l’invito a pregare insieme.
La speranza passa attraverso la preghiera e il canto
Durante la preghiera con i vescovi, un piccolo coro della comunità ucraina di Innsbruck guidata da padre Kolasa, ha cantato l’Hymnos Akathistos: questo inno mariano di Costantinopoli è considerato il più antico del mondo, poiché si canta da più di 1.200 anni nella tradizione bizantina-orientale, “in Ucraina e anche in Russia”, come ha spiegato il sacerdote. Il luogo scelto per la celebrazione, il santuario Maria Waldrast, è frequente meta di pellegrinaggio anche per la comunità ucraina che vive a Innsbruck dove si è insediata a partire dal 1899. È uno dei monasteri più alti d’Europa, noto come “l’altare maggiore del Tirolo”.