Leone Cresti, un pilastro della comunità di Casteldelci, ha compiuto 99 anni.
Festeggiato dai compaesani e dal Sindaco Fabiano Tonielli, è stato protagonista di una vita straordinaria, tra conquiste e tragedie. Leone è infatti uno dei testimoni della strage di Fragheto. In quel giorno maledetto del 1944 si trovava nacosto a Poggio Calanco. Da lì ha visto l’arrivo e gli spostamenti dei carnefici nella piccola città. E’ stato uno dei primi ad arrivare nel paese e a prestare soccorso. Ed è la sua voce che si sente dal telefono esposto nella Casa Museo di Casteldelci, lo spazio che raccoglie le parole e i ricordi dei sopravvissuti.
Leone è nato in una famiglia matriarcale, in un periodo storico nel quale gli uomini erano carne da guerra. Lui, mai riconosciuto dal padre biologico, viveva con la mamma sordomuta e la nonna. Un’infanzia in campagna e tra i boschi. Si narra che a soli 10 anni abbia costruito due sedie ed un tavolino per una zia. Si è sempre rimboccato le maniche, senza avere paura del lavoro in ogni sua forma. Nella sua rocambolesca vita ha lavorato in miniera (anche in Belgio), nel bosco, nei campi: cacciatore, boscaiolo e tanto altro.
Quando c’è stato da fare, dal pulire un mulino o riesumare i morti al cimitero, non si è mai tirato indietro. Durante la seconda guerra mondiale ha vissuto per otto mesi in una grotta per scappare dai tedeschi. La madre Maria e la nonna Lucia gli portavano da mangiare di nascosto mettendolo ogni volta in un posto diverso per depistare i militari.
Si narra anche che, di ritorno dall’esperienza di minatore in Belgio, abbia incontrato un uomo con un trattore e che da questo sia partito un rapporto di lavoro durato oltre 30 anni. Grazie a Leone, e a uomini come lui, l’aspra terra della zona è stata domata. Leone lavorara 20 ore al giorno, instancabile e contento di farlo.
Ora, alla bella età di 99 anni, si gode la tranquillità e gli affetti della sua casa e, nel ricordo della moglie scomparsa pochi anni fa, ogni sera ascolta il Rosario in tv. “Guai a chi glielo toglie” dicono ridendo figli e nipoti.