Bello il programma tv sui disabili, ma perché va in onda dopo mezzanotte?

"O anche no" è una trasmissione molto interessante, peccato che venga proposta in un orario "complicato"

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Alcune settimane fa ho avuto il piacere di venire a conoscenza di un programma televisivo che parla di disabilità.

di Mattia Abbate

Spesso ho sostenuto quanto sarebbe stato importante che anche in televisione si parlasse di disabilità e finalmente ho riscontrato che questo accade. Mi piacerebbe che questi programmi fossero condotti da una persona disabile, ma su questo punto c’è ancora un po’ da lavorare. Il programma in questione si chiama “O anche no” e va in onda il venerdì su Rai 2 alle 00:55, un orario un po’ improponibile in cui poche persone sono davanti allo schermo. È vero che su Raiplay è possibile rivedere le puntate, però credo che un orario diverso garantirebbe una maggiore visibilità.

Nel programma ho apprezzato lo stile della conduttrice la quale, pur non essendo una persona disabile, racconta e parla di disabilità in modo corretto, rispettoso e soprattutto non pietistico. Non cade nei soliti pregiudizi e cliché che fanno sembrare i disabili persone disperate e arrabbiate col mondo. In questa trasmissione vengono mostrati progetti e storie di vita di persone disabili che vivono serenamente la loro esistenza e dimostrano che la disabilità è una condizione, non un impedimento.

Ovviamente ci sono anche momenti difficili che è fondamentale raccontare per onestà di giudizio, perché altrimenti potrebbe sembrare che sia tutto rose e fiori, ma il messaggio che va comunicato è che, nonostante quei momenti, è possibile vivere comunque serenamente. Di recente è stata trasmessa una puntata girata all’interno del Palazzo del Quirinale che è stato reso completamente accessibile e che su prenotazione è possibile visitare in molte sale.

Sarebbe bello vedere un presidente della Repubblica disabile: io mi proporrei, ma purtroppo non ho l’età adatta e non sono interessato alla carriera politica, ma, a parte gli scherzi, ci sono persone disabili che sarebbero assolutamente capaci di ricoprire un simile incarico. Io mi definisco un uomo più d’azione, certo non in stile Bruce Willis nei film Die Hard o Red.

Diciamo che preferisco raccontare le storie e dare fastidio alle istituzioni e lascio volentieri la politica a chi è più tagliato, anche se ovviamente mi piacerebbe poter partecipare a tavoli di confronto con politici su alcune questioni che riguardano il mondo della disabilità. Nella puntata girata interamente al Quirinale, la conduttrice visita gli interni in compagnia della cantante dei Ladri di Carrozzelle, il famoso gruppo musicale composto da persone disabili. Fra l’altro è loro il pezzo cantato all’inizio della trasmissione che ha dato il nome al programma. Questo gruppo esiste da molti anni e devo dire che sono particolarmente bravi, ma purtroppo il mondo della musica, come altri ambiti, non è molto inclusivo. Basti pensare al fatto che ci sono pochissimi palchi accessibili.

Insomma, programmi televisivi come “O anche no” sono una ventata di ossigeno e bisogna far sì che entrino in modo massiccio nei palinsesti. Nel frattempo, vi invito a vedere le puntate in diretta oppure in streaming, per allargare un po’ di più i vostri orizzonti e magari raccontare la disabilità proprio a coloro che non vogliono sentirne parlare e preferiscono girarsi dall’altra parte, restare indifferenti, oppure sparare giudizi affrettati e sbagliati.

Mattia Abbate, l’autore di questa rubrica, è affetto da distrofia muscolare di Duchenne. “Questo spazio – dice – è nato per aiutare chi convive con difficoltà di vario genere ad affrontarle e offre alle persone sane un punto di vista diverso sulla realtà che le circonda”.

Segnalate un problema o raccontate una storia positiva di disabilità all’indirizzo e-mail postacelere.mi@repubblica.it

 

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