Servizi educativi per bambini disabili a rischio dopo il cambio di gestione

La denuncia di un insegnante: "I nostri bimbi non sono pacchi..."

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Oggi la cooperativa vincitrice che gestirà questi servizi è una cooperativa di Pavia che ha preso il posto della storica coop perugina Borgorete. La metà degli operatori ha deciso di non trasferirsi sotto il nuovo gestore… un cortocircuito annunciato

Aseguito di un bando pubblicato dal Comune di Perugia la cooperativa Borgorete, storica cooperativa che si occupa dei servizi alla persone nel perugino da tantissimi anni, ha perso il suo appalto dopo anni e anni di collaborazione.  La stessa garantiva servizi educativi per bambini con handicap nelle scuole. Oggi la cooperativa vincitrice che gestirà questi servizi è una cooperativa di Pavia. È stato chiesto agli educatori di Borgorete di risolvere il disagio garantendo la continuità con gli alunni accettando di essere inglobati dalla nuova cooperativa. Proposta alla quale hanno rinunciato la metà degli educatori – 60 su 120 – accettando nuove mansioni nella vecchia cooperativa per la quale conservano un grande sentimento di appartenenza. Il servizio dunque subirà un corto circuito penalizzando come sostegno una parte degli studenti disabili perugini fino a quando la nuova cooperativa non coprirà tutti i ruoli. Ma la penalizzazione riguarderà anche la parte educativa. Ecco la lettera di una insegnante che analizza tutte le future difficoltà a causa del cambio di gestione. Buona lettura (il direttore Nicola Bossi)

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di Maria Grazia Alcaro – docente alle scuole Primarie

L’emergenza covid che continua ad affliggere le nostre vite in questo momento non mi permetterà di guardare oltre, di scegliere tra le cose più urgenti. È questa l’urgenza. È urgente fare sapere che il mio alunno di classe quarta perderà l’educatrice che lo ha accompagnato da anni nel suo percorso scolastico e che ha costruito con la classe, giorno dopo giorno, con professionalità e umanità un meraviglioso ed efficace progetto d’inclusione. La relazione d’aiuto necessaria per i nostri bambini speciali è anche una relazione educativa e una relazione che si instaura a partire dall’empatia, dalla fiducia, dall’esperienza condivisa.

L’educatore o l’educatrice che lavorano nelle nostre classi sono persone attente, professionali,  di fiducia che lavorano con l’alunno e gli alunni della classe, è persona  attenta alle esigenze del bambino e della classe e che con gli insegnanti costruisce un progetto mirato e attentamente formulato. L’educatrice della Cooperativa Borgorete con cui lavoro da anni non può essere facilmente sostituita perché il suo lavoro non è su pezzi di carta, non finisce con le rendicontazioni che restituisce al Comune di Perugia.

L’educatrice di Borgorete è un tassello fondamentale di un progetto che non può essere interrotto improvvisamente per una svista del Comune di Perugia. Il mio alunno non ha la capacità di comprendere questa perdita, ha già subito tanto nella vita e la sua famiglia e la sua scuola sono tutto ciò che ha. La sua educatrice è scuola e famiglia insieme per lui, non  comprende la differenza tra le due cose perché tra le nostre braccia e i nostri sguardi attenti sta crescendo ricevendo istruzione, cura, sostegno, amore, fiducia, amicizia. L’educatrice di Borgorete non è solo la nostra educatrice è anche una dipendente che negli anni ha condiviso una filosofia educativa con la sua cooperativa, un forte senso di appartenenza ad un gruppo che è stato la sua famiglia per anni.

Ora Pilato se ne lava le mani dicendo agli educatori di lasciare la loro famiglia per unirsi ad una cooperativa vincitrice di bando appartenete ad un’altra regione d’Italia che nulla conosce del nostro territorio e che è in grado solo di garantire un “passaggio”, un passaggio che ignora la sua identità professionale e quel grande senso di appartenenza costruito su anni e anni di sacrifici. Genitori ed insegnanti di tutta la provincia di Perugia abbiamo firmato una petizione per chiedere al Comune di garantire a Borgorete di rispondere ancora ai bisogni della nostra comunità scolastica. Nessuna risposta. Nessun effetto. Ma io grido forte che è una vergogna permettere tutto questo. È una vergogna gestire in questo modo i servizi alla persona. È una vergogna chiedere ad un educatore, già affranto e non valorizzato dallo Stato italiano, di rinunciare alla sua famiglia. I nostri bambini non sono dei pacchi e non lo sono neanche i nostri educatori.

 

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