Il terremoto di Amatrice e quella “paura in più” delle persone disabili

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di Simonetta Morelli

La terra trema ancora nel centro della Penisola. E riparte la macchina del sostegno, la parte bella di noi che ha previsto, come sempre, l’attivazione della campagna di raccolta fondi del Corriere della Sera e La7.

«Ecco il terremoto è anche questo: la paura, umana, di non poter neppure scappare, di essere più a rischio, per l’immobilità, per la difficoltà a mettersi rapidamente al sicuro. Già nei giorni scorsi ho letto, nei tanti commenti che si diffondono nei social network, alcune mamme domandarsi che cosa avrebbero fatto, in caso di terremoto. L’istinto di protezione materna: non lasciare mai e per nessun motivo da soli i propri cari, specie se disabili. Mi colpiva la loro sincerità e immediatezza, specie quando il figlio ha una disabilità grave, o intellettiva, e perciò ancora più forte è la sensazione che non potrebbe badare a se stesso in autonomia, come possono fare le persone senza alcun tipo di handicap.» Così scriveva Franco Bomprezzi ai tempi del sisma emiliano.

Lo ripropongo qui, oggi che la morte e la vita si rincorrono tra le macerie di Amatrice e paesi limitrofi e le cronache si riempiono di storie minime e piene di luce. Come quella del ragazzino disabile che non voleva salire sull’ambulanza senza aver trovato il suo cane. Oggi che i cuori delle persone disabili e delle loro famiglie tremano come la terra del centro del Paese, non possiamo da questo blog che condividere il dolore per le perdite e sostenere i migliori auspici per chi resta.

Rileggendo i post di Bomprezzi sul terremoto del 2012 in Emilia Romagna, mi sono resa conto che a distanza di soli quattro anni i motivi di timore non sono cambiati rispetto agli eventi catastrofici e tuttavia la coscienza collettiva sulla disabilità si è evoluta; e affinate le armi sensibili.

La Protezione Civile è presente sul web da diversi anni con indicazioni dedicate (vedi qui e qui).

Una bella realtà è costituita su Facebook dalla pagina Emergenza Terremoto Sordi. Si tratta di persone sorde che attraverso Facebook fungono da ponte tra chi vive nei territori terremotati e il mondo esterno. Sono a disposizione di chi, sordi o udenti, ha bisogno di notizie sui propri cari. In cima alla pagina c’è un video girato da un signore sordo che contemporaneamente usa il linguaggio verbale, dunque può essere compreso da chiunque, e la lingua italiana dei segni. Il video, che è anche sottotitolato a scanso di ogni equivoco, spiega benissimo il fine di questo servizio. Lavoro di primaria importanza se si considera che le persone sorde non sentendo i richiami dei soccorritori, non sono in grado di segnalare la propria presenza.

Sul blog, il nostro Claudio Arrigoni raccontò la storia dell’ultima persona estratta viva dalle macerie del terremoto de L’Aquila. Guarda caso, una ragazza sorda che si chiama Eleonora Calesini e che ha descritto molto bene come stava sotto le macerie.

Sono presenti, e da subito attive, le grandi associazioni radicate nel territorio.

La storica Uildm (Unione italiana lotta alla distrofia muscolare) ha messo a disposizione e-mail direzionenazionale@uildm.it e numero di telefono 049 8021001.

La Fish, attraverso il proprio organo di stampa Superando.it, ha fatto lo stesso fornendo la e-mail info@superando.it a cui tutte le persone con disabilità e le loro famiglie possono rivolgersi per ricevere informazioni o per diffondere comunicazioni.

Anche la redazione del blog Per noi autistici di Gianluca Nicoletti, noto giornalista e padre di Tommy con autismo, ha messo a disposizione la propria e-mail redazione@pernoiautistici.it per la segnalazione di situazioni particolari relative a persone autistiche e l’importantissimo avviso ufficiale del Centro regionale per l’autismo de L’Aquila con molti contatti (anche il cellulare del direttore) disposto anche a fornire un primo livello di intervento.

Una voce solitaria ma di grande capacità e competenza nell’organizzare reti di famiglie con ragazzi autistici al servizio di altre famiglie, e che ha già agito con successo in occasione dell’alluvione di Genova, è quella di Enrico Maria Fantaguzzi che ha messo a disposizione la propria pagina Facebook ed i propri contatti personali (e-mail E.fantaguzzi@gmail.com e il cellulare 347 3553127) per segnalazione dei bisogni delle famiglie con ragazzi autistici.

Sarà difficile recuperare il lavoro di riabilitazione sulle persone con disabilità, soprattutto se intellettiva e relazionale, perché hanno ricevuto un altro trauma con cui combattere, aggravato dalle crepe dell’animo di chi li assiste.

Da certi processi purtroppo non si torna indietro. Non si può che andare avanti, solo apparentemente in solitudine.

http://invisibili.corriere.it/

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